Furti in Rai, la sparizione di 120 opere d’arte custodite dalle collezioni dell’azienda ha indignato molti e raccolto diverse reazioni. Sullo sfondo c’è una questione che è ineludibile: l’Italia si conferma un Paese che, seppur a parole si professa attaccatissimo al suo immenso patrimonio culturale e artistico, in realtà è estremamente fragile (e indifferente) alla sorte dei suoi tesori.
Interpellato da Adn Kronos, come riporta Affari Italiani, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha valutato in circa venti milioni di euro il valore presunto delle opere che, negli anni, sarebbero state sottratte al patrimonio Rai. Una somma ingente che sottolinea la gravità della questione anche dal punto di vista economico. Sgarbi, però, ha fiducia nelle forze dell’ordine e ha spiegato: “Siccome la Rai ha diverse sedi, non mi stupisce che qualcuno abbia privatizzato i beni. Per i carabinieri non mi pare neanche un’impresa difficile ritrovarle, nel senso che le opere comprate sono state sicuramente inventariate”. E dunque: “I militari avranno anche avuto indicazione dei luoghi in cui stavano. Per cui l’indagine può portare a ritrovarle, la traccia degli acquisti realizzati dalla Rai deve esserci”.
Lo storico dell’arte Tomaso Montanari ha messo in luce un paradosso che racconta tanto, forse troppo, del Paese in cui viviamo e della sua classe dirigenti: “I ladri conoscono l’arte meglio di chi dovrebbe tutelarla”. Montanari, sempre all’agenzia Adn Kronos, ha commentato così le notizie giunte dalla Rai: “Aveva un patrimonio enorme ma di fatto non lo sapeva. Come succede i questi casi, lo sanno molto meglio i ladri. Succede così anche nelle chiese italiane in cui non entra nessuno ma i ladri sì. E’ un paradosso”. Dunque ha aggiunto: “Bisogna anche chiedersi in che mani sia finita la Rai: quella che Pasolini chiamava la più grande azienda culturale del Paese è da decenni terreno di scorribanda per colonizzazioni politiche da manuale Cencelli e spartizioni. Il tasso culturale della Rai è vertiginosamente sceso”. Quindi ha concluso: “Il punto è la decadenza culturale della classe dirigente italiana perché probabilmente nessuno capiva la differenza tra un De Chirico originale e un poster da due soldi. Il problema è, quindi, come al solito, negli occhi di chi guarda e nella decadenza culturale”.
“Mi stupisce sapere che abbiano rubato un centinaio di opere d’arte dentro la Rai. Certo, il vizio di accaparrarsi un oggetto artistico presumibilmente di grande valore è sempre esistito, ovunque, sia per realizzare un guadagno illecito dalla vendita sia per il semplice gusto di esporlo in casa o nella propria villa privata. Ci sono tanti musei, anche di prestigio, che espongono al pubblico opere arrivate lì perché acquistate da mani illegali”. Così ha commentato la notizia il notissimo divulgatore scientifico e culturale, il giornalista Piero Angela.
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