Frequenze tv, l’Agcom mette in stand by i criteri per il pagamento del canone

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 L’Agcom ha messo in stand by l’applicazione dei criteri inerenti  alla fissazione dei contributi annuali per l’utilizzo delle bande televisive terrestri.   L’Autorità viene incontro alle richieste del Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che aveva contestato più volte il documento messo sotto consultazione pubblica da Agcom.  Il provvedimento suggeriva al Ministero di calcolare i contributi in base al numero di frequenze detenute dagli operatori,  non tenendo conto del fatturato annuo degli stessi.  L’Esecutivo si oppone a questa metodologia,  che rischia di ridurre le entrate statali derivanti dai contributi corrisposti dagli operatori nazionali. Nei fatti i criteri suggeriti dall’Autorità fanno gravare il pagamento dei contributi sugli operatori di rete e non sulle emittenti.  Rai e Mediaset risultano effettivamente avvantaggiate dalla nuova base di calcolo, che consente loro un 35% di sconto a partire dal 2018, anno in cui dovrebbe funzionare a pieno regime il nuovo sistema.  A mettere pressione sull’Agcom c’è anche l’Europa, che vede nella proposta del Garante  un pericolo per il pluralismo nel settore radiotelevisivo. Sull’Italia pende già una procedura di infrazione risalente al periodo di transizione tra analogico e digitale.   A settembre toccherà, perciò, al Governo modificare l’attuale assetto legislativo.

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