FRANCIA, LE CANARD ENCHAINÉ: AUMENTANO LE VENDITE SENZA L’AIUTO DELLA PUBBLICITÀ

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Le Canard enchainé, il settimanale satirico francese, ha chiuso il 2007 con 6,2 milioni di utili e un aumento delle vendite del 24%. Perché tale successo? In una parola: credibilità. Il giornale, infatti, in 92 anni di “carriera” ha smascherato e denunciato una serie di scandali, soprattutto all’interno della classe politica francese, rivelatisi sempre fondati su basi certe. Grazie quindi alla qualità e serietà professionale offerta, il giornale fondato nel 1915 da Maurice Maréchal con l’intento di opporsi alla propaganda di guerra, non usufruisce di sponsor pubblicitari classificandosi come giornale indipendente. Le otto pagine edite al prezzo di 1,20 euro, contengono solamente informazioni e rivelazioni. La lista delle inchieste che hanno riscosso un grande successo è lunga. Nel 2005 il ministro dell’Economia della Finanza e dell’industria francese, Hervè Gaymard fu costretto a dimettersi quando venne alla luce lo scandalo degli affitti. Gaymard, lo stesso che predicava ai francesi di stringere la cinghia, infatti, pur possedendo un alloggio presso il ministero, viveva invece in un appartamento di 600metri quadrati sugli Champs-Elysèe che costava ai contribuenti la cifra di 14.000 euro al mese. Nel frattempo subaffittava diversi immobili da lui posseduti. Da DeGaulle a Chirac a Giscard d’Estaing (che fu accusato di accettare in regalo diamanti dal dittatore centraficano Bokassa) sono molti i personaggi finiti nel mirino dell’ “anatra incatenata”. Più recente è l’inchiesta fatta sulla morte dei dieci paracadutisti francesi in Afghanistan il 18-19 agosto. Secondo il governo i paracadutisti morirono in seguito ad un’imboscata, Le Canard rivelò invece che i soldati erano stati fatti prigionieri e poi giustiziati, palesando un tradimento da parte dell’interprete dei francesi, sparito qualche giorno prima dell’agguato. Un giornale scomodo, dunque, che scava alla ricerca della verità dei fatti ma che non gode dell’appoggio del potere. Sarkozy ha già tentato una perquisizione nella redazione sventata però dagli addetti ai lavori.
“Noi vogliamo fare informazione, non sensazionalismo”, spiega Claude Angeli caporedattore di Le canard. “Non ci interessa il “chi va a letto con chi” a meno che non abbia conseguenze sul piano pubblico. Rachida Dati è incinta? Il nome del padre è un problema suo, non sono quelli i motivi per parlare di lei”. E proseguendo: “I potenti ci amano o ci odiano, ma in ogni caso ci rispettano”. Sopravvivendo senza alcuna sovvenzione, mescolando indiscrezioni provenienti dal mondo politico, conducendo inchieste approfondite e avvalendosi di vignette satiriche Le canard è l’unico giornale a non doversi preoccupare delle conseguenze della nuova legge sull’audiovisivo che il consiglio dei ministri sta varando in questi giorni. La nuova legge riorganizzerà il settore dell’audiovisivo abolendo la pubblicità sulle reti pubbliche di France Television le quali dovranno rinunciare ai proventi derivanti dagli introiti pubblicitari. Le uniche ad essere favorite dalla legge saranno le reti private come Tf1 e M6. Intanto la redazione di Le canard va avanti da sola, supportata dalla reputazione guadagnata. “Noi non siamo qui per uccidere i politici – conclude Angeli – ci basta tirar fuori la polvere che qualche volta viene messa sotto il tappeto”.

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