Rotative in azione
La Fnsi ha proclamato lo sciopero per il contratto, gli editori della Fieg adesso fanno appello al “senso di responsabilità” dei giornalisti. In una replica, la Federazione italiana degli editori dei giornali è tornata a battere sui temi caldi della crisi dell’editoria. Che vanno dal calo di vendite in edicola fino ai problemi sollevati dall’evoluzione digitale. “Nell’ultimo decennio – si legge in una nota firmata dagli editori Fieg – gli editori, nonostante il dimezzamento dei ricavi che in tutto il mondo ha colpito la carta stampata, hanno significantemente investito nelle aziende per garantire una informazione di qualità e per salvaguardare l’occupazione. In tale contesto, il contratto di lavoro dei giornalisti è fermo a modelli organizzativi superati dall’evoluzione tecnologica: la rigidità economica e normativa, nonché l’onerosità ed anche la presenza di situazioni paradossali – come il pagamento delle ex festività abrogate da una legge del 1977 – impongono modifiche significative”.
Gli editori Fieg, sul contratto, continuano ad avere le idee chiare e una posizione netta che non potrà far troppo piacere alla Fnsi che si accinge a organizzare lo sciopero: “In questi anni, comunque, il costoso sistema degli scatti in percentuale previsto dal contratto – oramai un unicum – ha sostanzialmente garantito il potere d’acquisto dei giornalisti – aggiunge le Fieg -. Nonostante l’assenza di disponibilità da parte sindacale a innovare in alcun modo le norme contrattuali, le aziende editoriali hanno formulato un’offerta economica importante”. Quindi la conclusione che è al veleno: “Gli editori ritengono, pertanto, poco costruttiva la posizione della Fnsi di respingere la proposta e proclamare uno sciopero in un contesto difficile come quello attuale e, facendo appello al senso di responsabilità dei giornalisti, confidano in un più realistico confronto sulle sfide che investono oggi il mondo dell’editoria e la professione giornalistica”.
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