“L’informazione di qualità è un bene pubblico” e se un Paese democratico può forse fare
a meno delle forme classiche di fare informazione generalista, “non potrà né oggi né in
futuro fare a meno di una informazione giornalistica autorevole, professionale, trasparente, responsabile”. Lo ha detto il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, intervenendo a Palermo ad un incontro sui temi della web reputation, cyberbullsimo e fake news organizzato dal Corecom Sicilia. Obiettivo della giornata era riflettere sulla sempre maggiore diffusione sulla Rete di notizie artefatte o false e sulle possibili misure di prevenzione e contrasto del fenomeno da parte degli stakeholder, pubblici e privati.
Secondo Cardani, il vero problema è che a differenza dei mezzi di informazione tradizionali, sul web “non esistono direttori responsabili, non ci sono garanti della veridicità e correttezza delle notizie pubblicate che rispondano ad un giudice delle ‘bufale’ eventualmente veicolate”. Il contrasto alle fake news sul web è quindi molto più complesso, ma per il Presidente dell’Agcom “un importante segnale potrebbe essere dato adottando meccanismi che inibiscano l’accesso alle risorse pubblicitarie, veicolate attraverso le grandi piattaforme digitali, ai siti che siano riconosciuti quali veicoli di notizie false”. Nel ricordare come Agcom sia in prima linea nella tutela dei cittadini più deboli rispetto alle false notizie e ai fenomeni correlati dell’hate-speech e cyberbullismo, Cardani ha auspicato una strategia regolatoria che sappia graduare gli interventi, “partendo da un approccio di moral suasion e light-touch regulation che dia precedenza a un regime fondato su obblighi di trasparenza e accountability delle funzioni di distribuzione delle notizie da parte delle piattaforme internet”. Non a caso, ha ricordato, l’Autorità sta concludendo un’indagine conoscitiva che attraverso un approccio scientifico vuole dare risposte concrete sul tema del ruolo crescente dei grandi aggregatori del web come piattaforme di informazione e giornali globali.
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