EDITORIA NO PROFIT: “IL GOVERNO EMANI NORMA URGENTE”

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La soppressione del sostegno all’editoria cooperativa continua a preoccupare un gran numero di testate italiane. Pur non essendo, ovviamente, l’unica fonte di sostentamento, i fondi sono il necessario ossigeno per poter esercitare il diritto alla libera informazione, messo in difficoltà da regole di mercato sempre più stringenti.
Ieri, Mediacoop, il soggetto che associa stampa cooperativa e no profit, ha diffuso un comunicato in cui si legge: “La soppressione del diritto soggettivo e il mancato adeguamento delle risorse necessarie per l’erogazione dei contributi all’editoria condanna gran parte delle imprese editoriali cooperative e no profit alla chiusura. Diverse aziende – spiega Mediaoop – hanno già annunciato la richiesta dello stato di crisi”.
“I nuovi criteri – continua il comunicato – di erogazione dei contributi, previsti dalla bozza del regolamento di semplificazione, non hanno alcuna incidenza sulla drammatica situazione generata dalle norme dell’art. 44 del decreto Tremonti”. Infatti “resta irrisolto il vero nodo della situazione che il regolamento non può affrontare. Per dare certezza alle imprese, consentire la redazione dei bilanci 2008 e non compromettere i rapporti con il mondo bancario ai fini della necessaria liquidità, occorre un provvedimento normativo urgente per ristabilire il carattere di diritto soggettivo dei contributi”.
“Occorre ricordare che il regolamento di semplificazione non può avere un carattere retroattivo e, diversamente da quanto previsto dalla bozza, deve, pertanto, entrare in vigore a partire dall’anno di attività 2009. Desta, inoltre sorpresa la soppressione del vincolo che riserva l’accesso ai contributi alle imprese editoriali la cui raccolta pubblicitaria non supera il 30% dei costi riportati in bilancio”.
“E’ sperabile – conclude il comunicato – che, nell’annunciato esame del regolamento, la Commissione Cultura della Camera si faccia parte attiva verso il Governo affinché sia riaffermato il carattere del diritto soggettivo e venga tutelato, nel concreto, il pluralismo del sistema italiano della comunicazione”.
Fabiana Cammarano

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