COMMISSIONE: PIU’ CONCORRENZA NEL SETTORE DELLE RETI IN FIBRA OTTICA

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La Commissione europea vuole piú concorrenza nel settore delle reti di nuova generazione in fibra ottica, necessarie per la televisione ad alta definizione via internet. E’ quanto emerge da un progetto di raccomandazione in cui si spiega che l’esecutivo comunitario vuole “obbligare gli operatori dominanti a consentire l’accesso alle loro guaine, affinché‚ i loro concorrenti possano dispiegarvi le loro proprie fibre ottiche”. Ma, in alcuni casi, gli operatori storici dovrebbero anche lasciare i loro concorrenti utilizzare la stessa rete in fibra ottica, ad esempio “quando non ci sono abbastanza guaine disponibili o quando la densità di popolazione è troppo bassa per assicurare la sostenibilità di un modello commerciale”.
Il progetto di raccomandazione, che sarà sottoposto ad una consultazione pubblica fino al 14 novembre, comprende anche “un metodo per consentire di calcolare un tasso di rendimento appropriato che in particolare, un bonus per il rischio”. In sostanza, gli operatori potrebbero rivendicare dei costi piú alti per l’accesso alle reti di fibra ottica rispetto all’accesso alla vecchia rete in rame.
“Abbiamo bisogno di un quadro appropriato che offra alle imprese europee un accesso equo alle nuove reti”, ha spiegato il commissario per la Concorrenza, Neelie Kroes. Il responsabile per le Tlc, Viviane Reding, ha aggiunto: “In particolare, proponiamo di applicare un bonus per i rischi specifici ad ogni progetto per consentire lo svolgimento della concorrenza, ricompensando al tempo stesso gli investitori in modo proporzionale ai rischi che avranno corso”.
Secondo gli analisti citati dalla Commissione, l’Unione europea ha poco piú di un milione di connessioni a fibra ottica, contro i 229 milioni di linee in rame. Gli economisti stimano a circa 300 milioni di euro gli investimenti necessari per sostituire tutti i vecchi doppini in rame con la fibra ottica. Gli operatori sostengono che questi investimenti sono rischiosi e alcuni hanno minacciato di interromperli se non avranno la certezza di poterli rendere redditizi.

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