L’editoria italiana perde colpi ma guadagna sui mercati esteri

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L’editoria italiana cresce all’estero ma perde colpi sul mercato nazionale. Ecco i dati del Rapporto Aie sullo stato dell’editoria. I numeri che promuovono, ma solo fuori dall’Italia, gli affari e le potenzialità dell’editoria italiana. Si parte dall’8%. Si tratta di un aumento importante legato alla vendita dei diritti di traduzione di libri italiani all’estero. Complessivamente, nel 2024, sono stati poco meno di 8.500, per la precisione 8.484. L’incremento ha riguardato per lo più la letteratura per bambini e ragazzi senza trascurare la saggistica e pure il comparto narrativa. Ma i dati di vendita boccheggiano. Nei primi nove mesi di quest’anno, l’editoria italiana ha perso ben due milioni di copie rispetto al 2024. Facendo i conti, il mercato s’è compresso dell’1,4 per cento facendo perdere fino a 20 milioni di euro di valore. Che oggi, tutto sommato, supera i 3,2 miliardi. Salgono le vendite per i titoli di narrativa italiana (+3%), quella straniera (+0,1%) e soprattutto i libri per bambini e ragazzi (+3,9%). In difficoltà invece la saggistica generale (-3,3%), la manualistica pratica (-4,7%), i fumetti (-5%) e la saggistica specialistica, che crolla di quasi l’11%. Dal punto di vista dei canali di vendita, le librerie fisiche guadagnano terreno, arrivando a rappresentare oltre il 55% del mercato, mentre perdono quota gli store online (40,2%) e soprattutto la grande distribuzione, ormai marginale (4,4%).
Secondo il presidente Aie Innocenzo Cipolletta il tema è tutto legato alla riscrittura delle norme legate ai criteri di accesso (ora legati a ISEE e voto di diploma), gli acquisti sono crollati: dai quasi 100 milioni del 2023 si è passati a poco più di 39 milioni nel 2025.

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