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EDITORIA ITALIANA IN FERMENTO. TUTTI CONTRO TUTTI

Mentre l’Italia sale al 35° posto nel mondo della classifica di Rsf sulla libertà di stampa (insediamo il 34° posto assegnato della Bosnia and Herzegovina), il mondo editoriale nazionale vive una situazione particolarmente delicata, dovuta sostanzialmente da alcuni provvedimenti normativi di particolare interesse che accompagneranno e influenzeranno, a partire dai prossimi mesi, le strategie di tutta l’industria del settore. In ordine sparso: Il DDL Gentiloni, il DDL Levi ed il DL 1819 di accompagnamento alla Legge Finanziaria 2008. Le ultime notizie riguardo il DDL Gentiloni sono le considerazioni del Commissario Ue per la Concorrenza, Neelie Kroes, cha ha già fatto sapere all’Italia che non intende “aspettare troppo, pena una multa dell’ordine di 300-400 mila euro al giorno”. Gentiloni si è dimostrato sereno, anzi ha annunciato a breve un bando di gara per l’assegnazione delle frequenze Tv. Quali saranno queste frequenze nessuno lo sa. Intanto il digitale terrestre annaspa. Ad Aosta il maggiore editore ha deciso di ritornare all’analogico. Il DDL Levi invece dopo l’ok dal CDM del 12 ottobre inizierà l’iter parlamentare il 24 ottobre alla Commissione Cultura della Camera. Il testo, nato per mettere ordine all’intero sistema delle provvidenze, è diventato già un caso politico. Tutto nasce dall’interpretazione dell’art.6 e 7 del testo. La guerra parte naturalmente dal web e soprattutto dai blogger che accusano il governo di volergli “tappare la bocca”. Come sia stato approvato il testo dal CDM è ancora tutto da verificare. Sia il Ministro Di Pietro che il Ministro Gentiloni sostengono, attraverso i propri blog, di non aver letto il testo. L’AGCOM, per bocca del commissario D’Angelo, sostiene che è un provvedimento che mina la libertà intellettuale. Folena e Pecoraro Scanio sostengono che il testo va migliorato. Intanto del testo approvato lo scorso 12 ottobre non si ha nessuna traccia. Viene quasi da pensare che lo stiano blindando. Intanto se ne parla, e non soltanto su internet. L’editoria italiana sembra quasi il problema centrale di questa legislatura. Il DL che accompagna la finanziaria 2008 dedica un intero articolo (il 10) all’editoria. Tagli ridotti dal 7 al 2 ai contributi diretti ai piccoli giornali quotidiani e periodici, ai giornali di opinione ed alle emittenti radiotelevisive locali non possono di certo far dormire sogni tranquilli ai piccoli editori. Ma neanche i grandi stanno meglio. Appare infatti confermato il taglio del 7% per i contributi indiretti relativi alle agevolazioni postali, taglio che sale al 12% per le aziende che godono di oltre un milione di euro di riduzioni tariffarie. Siamo ad un punto senza ritorno. Il Governo ha raggiunto il suo obiettivo. Far litigare tutti per difendere i propri interessi: Tv locali, quotidiani e periodici. Tutti contro tutti. È significativo il fatto che il quotidiano più venduto in Italia, apre oggi con un articolo di accusa contro i quotidiani locali, accusati di prendere contributi statali senza averne diritto. Meglio sarebbe informarsi meglio e non farsi la guerra a vicenda. I piccoli giornali garantiscono, forse anche più dei grandi, la democrazia ed il pluralismo.

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