Tre domande a don Bruno Fasani direttore di ‘Verona Fedele’, settimanale della diocesi di Verona.
Cosa cambia per voi con questi tagli?
«Si apre un periodo nero. L’atto miope del governo provocherà la chiusura di centinaia di piccole testate, a tutto svantaggio del servizio civico da noi svolto nella fascia più debole della popolazione. Non è spegnendo voci libere che si risana il Paese. E noi abbiamo lettori fidelizzati che sono nostri abbonati da 50-60 anni».
Perché accusa il governo di miopia?
«E’ grave colpire un servizio autenticamente pubblico. Rappresentiamo strumenti popolari di contatto con il territorio che da un secolo e mezzo forniscono alla società e alle istituzioni un prezioso supporto. I contributi erano già pochi prima ed è giusto ripartirli in modo più trasparente e rigoroso, però non è qui che bisognava tagliare».
Dove sono gli sprechi?
«Nello squilibrio pubblicitario provocato dalle concentra-zioni editoriali. Piccole ma storiche e utili testate verranno rase al suolo. Chi, come noi, è un po’ più grande resterà in vita ma sarà costretto a ridurre l’organico».
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