Mentre il processo di digitalizzazione in Italia procede secondo le tappe stabilite dal Ministero dello Sviluppo Economico-Comunicazioni: una regione alla volta, prima con il passaggio di Rai 2 e Rete 4 (switch-over) e poi con il passaggio di tutte le altre reti (switch-off), negli Stati Uniti è avvenuto tutto in una notte, lo scorso fine settimana. Lo switch-off era stato prima previsto per il 17 febbraio ma poi, è stato fatto slittare all’ultimo minuto dal Congresso e dal presidente Barack Obama per consentire agli americani d’essere pronti al meglio.
La comunicazione per informare gli utenti é partita quattro mesi fa ed è stata organizzata in modo capillare, per raggiungere tutti i cittadini anche se il presidente della Federal Communications Commission (FCC) Michael Copps, ha lamentato che almeno “3 milioni di abitazioni non erano preparate” al passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione.
Secondo l’istituto Nielsen, la scorsa settimana, c’erano 2,8 milioni di abitazioni (il 2,5% del mercato audiovisivo) “non del tutto pronte” per questa migrazione, contro i 5,8 milioni di febbraio.
Il governo americano ha offerto dei bonus da 40 dollari agli americani per dotarsi dei decoder necessari per captare il nuovo segnale. La FCC ha emesso 59 milioni di contributi e continuerà a farlo fino al 31 luglio.
Per la FCC, al momento solo “poche emittenti” hanno avuto dei problemi, tra cui una a Memphis (Tennessee) vittima di un tornado.
Dalla parte degli utenti, la Commissione federale ha dovuto gestire 317.000 chiamate di persone che non riuscivano a sintonizzare il proprio televisore e tra questi il 3% ignorava il passaggio in atto. Sabato si prevedevano almeno 150.000 telefonate con la previsione di una drastica riduzione per i giorni a seguire.
Vincenza Petta
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