DDL INTERCETTAZIONI È ENNESIMO ATTEGGIAMENTO OSTILE DEL GOVERNO (di Enzo Ghionni)

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La manifestazione di oggi sulla libertà di stampa è un evento importante. Perché sono in gioco valori importanti. Gli atteggiamenti di questo Governo sono tali che rispetto alla forma, un atteggiamento ostile rispetto all’informazione, prevalga la sostanza, atti giuridici in grado di compromettere a breve un sistema pluralistico. Con il silenzio connivente dell’opposizione, anch’essa più attenta a proclamare slogan sulla forma che ad occuparsi della sostanza.
Il Governo gode di un’ampissima maggioranza che gli consentirebbe, o meglio gli avrebbe consentito, di avviare un vero processo di riforme; riforme di cui il Paese ha bisogno. Eppure continua a fare spot che preannunciano riforme che non ci sono. Non esistono; intervenendo, invece, con provvedimenti omnibus che mancano di qualsiasi visione organica del sistema.
Appena insediato il Governo ha preannunciato una consultazione pubblica, con un nome altisonante, gli stati generali dell’editoria, guarda che spot, rivolta ad arrivare ad una riforma organica del settore. Una riforma è una legge che modifica in maniera radicale l’impianto normativo esistente, dotando le imprese ed il settore di uno strumento legislativo in grado di operare in linea con le esigenze del mercato e, nella fattispecie, di un sistema pluralistico di informazione.
Fatto questo annuncio, il Governo ha introdotto una norma, in un decreto legge, con la quale ha previsto che le imprese che fruiscono dei contributi ne possono beneficiare solo nei limiti degli stanziamenti di bilancio. Il che, sotto il profilo giuridico sarebbe corretto, se la decisione sull’entità dello stanziamento fosse veramente rimessa a chi deve decidere su questa materia; ossia il Parlamento. Ma, come ben si sa, queste decisioni vengono assunte dal Governo, attraverso il ricorso al voto di fiducia. In altri termini l’esistenza dei giornali dipende dal Governo. Questa è la sostanza. Poi, nella forma, il Presidente del Consiglio dei Ministri parla di pessima qualità della stampa, di sciopero dei lettori; ma queste sono chiacchiere. La situazione di dipendenza dell’informazione dal Governo no. E’ un fatto.
Ed ancora la stessa norma che ha introdotto la limitazione del diritto al contributo entro i limiti delle somme stanziate, ha previsto l’introduzione di un regolamento di semplificazione e delegificazione, la cui predisposizione era ed è delegata al Governo. Da emanarsi entro sessanta giorni dall’approvazione della norma. Agosto 2008. Ad oggi, nulla. In altri termini il Governo è inadempiente rispetto ad una norma, discutibile, voluta dal Governo stesso. In questi due anni, invece, sono state introdotte una serie di previsioni normative, rigorosamente attraverso decreti legge e relativo voto di fiducia, totalmente prive di qualsiasi parvenza di organicità e, spesso, di costituzionalità, volte a favorire alcune imprese ed a danneggiare delle altre, con effetti retroattivi.
Ed ancora, a marzo di quest’anno, un provvedimento interministeriale emanato dal ministro Scajola e dal ministro Tremonti ha, dall’oggi al domani, azzerato le agevolazioni tariffarie. Misura adottata praticamente in parallelo con l’avvio della campagna istituzionale di promozione della lettura che, forse e ci auguriamo, sortirà qualche effetto. Sicuramente il raddoppio delle tariffe postali è una misura disincentivante di eccezionale portata. Chi parla di rivoluzione liberale crea una situazione di assoluta incertezza del diritto. Eppure le teorie liberali hanno come premessa una situazione di certezza e di stabilità del quadro giuridico. Scarno, ma stabile. L’esatto opposto di quello che si sta facendo.

Ed ancora, si dovevano aprire dei tavoli tecnici per risolvere il problema delle tariffe postali. Tavoli tecnici ma istituzionali, visto che la gestione degli stessi era stata demandata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. I tavoli sono stati aperti; e chiusi subito. Bluffare non sempre riesce. Mentre questo accade, ci si continua ad occupare dei proclami e degli slogan; del Governo e dell’opposizione. Ma di riforma vera, quella che si fa con le idee chiare, un testo organico ed un progetto in testa, non se ne parla. Bastano i titoli. Tra un paio d’anni spariranno anche quelli, insieme a qualche centinaia di giornali. E la sostanza avrà per l’ennesima volta prevalso sulla forma.
Enzo Ghionni
(Presidente della Federazione italiana liberi editori).

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