Trasferimento su dtt sia asimmetrico tra Rai e Mediaset Roma, 18 giu. (Apcom) – Limiti di affollamento pubblicitario al 39% invece che al 45% e tetto alla raccolta pubblicitaria in ambito locale da parte di grandi società nazionali; garanzia affinché le frequenze tv siano date in concessione e non cedute ai privati; garanzie per lo sviluppo dell`emittenza comunitaria digitale; trasferimento sul digitale terrestre “asimmetrico” tra Rai e Mediaset. Sono alcune delle proposte contenute nel pacchetto di emendamenti dei Comunisti italiani al ddl Gentiloni sul riassetto Tv firmati dal capogruppo, Pino Sgobio, e dai deputati Nicola Tranfaglia e Roberto Soffritti.
Le proposte del Pdci, si legge in una nota, “puntano ad aumentare i limiti antitrust nei confronti dell`attuale monopolista privato, soprattutto per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria. Gli emendamenti in questione tendono a limitare la possibilità di raccolta pubblicitaria in ambito locale da parte di un operatore nazionale, ciò al fine di svincolare l`emittenza locale dalle dipendenze dei grandi circuiti di distribuzione pubblicitaria che tendono ad agire come monopolisti”. Inoltre, si prevede “un forte abbassamento della soglia di affollamento pubblicitario dal 45 al 39%”.
Per quanto riguarda le frequenze, il Pdci chiede “il riconoscimento delle emittenti comunitarie che vorranno trasmettere come fornitori di contenuti in tecnica digitale mentre si chiede la garanzie affinché le frequenze, considerate ‘bene pubblico’, continuino ad essere date ‘in concessione’ e non ‘cedute'”. Altro capitolo è quello che riguarda l`anticipo del trasferimento di due reti (una pubblica e una privata) sul digitale terrestre: per i Comunisti, “tale trasferimento dovrebbe avvenire in modo asimmetrico tra Rai e Mediaset visto che si tratta di due soggetti, appunto, diversi, uno di servizio pubblico e l`altro privato”.
“Tutte le volte che si parla di televisione si tocca un nervo scoperto – afferma il responsabile Comunicazione, Gianni Montesano – ma occorre andare avanti sia nel riordino del sistema radiotelevisivo che nella riforma della Rai che deve marciare di pari passo ma in maniera condivisa nel centrosinistra”.
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