Editoria

Crimi incontra la FNSI. Il punto sulla crisi del settore

Incontro tra il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, accompagnato dal direttore e dal vicedirettore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia e Tommaso Daquanno, e il sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi.

Durante l’incontro, la Fnsi si è soffermata sulle maggiori criticità del settore, dalla necessità di interventi radicali sulle leggi di sistema, agli interventi per completare i processi di ristrutturazione in atto e, soprattutto, per contrastare l’abuso di lavoro precario e irregolare da parte di numerose aziende.

“Il tema della dignità del lavoro nel settore giornalistico non è stato affrontato in alcun modo dal precedente governo, che pure ha promosso una serie di misure per la tenuta del comparto”, ha spiegato Raffaele Lorusso. “Riteniamo che si debba ripartire da qui, dalla condizione di migliaia di giornalisti costretti a lavorare senza contratto, quindi senza diritti, senza tutele, senza garanzie e con retribuzioni assolutamente inadeguate. Abbiamo chiesto al sottosegretario Crimi, che va ringraziato per la disponibilità all’ascolto e al confronto, di promuovere iniziative che impediscano l’abuso di forme di inquadramento atipico, a cominciare dai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che servono soltanto a nascondere rapporti di lavoro subordinato e, quindi, a sfruttare il lavoro”.

“Sarebbe auspicabile un’iniziativa analoga a quella intrapresa dal ministro del Lavoro per regolamentare il lavoro dei rider perché i rider della professione giornalistica si chiamano soprattutto co.co.co”, si legge nella nota, in cui si ribadisce la disponibilità della Fnsi al “confronto su tutte le questioni che riguardano il settore, non escluso il sostegno pubblico al pluralismo dell’informazione secondo criteri di rigore e trasparenza”.

Il sottosegretario Crimi – conclude la nota – “ha ribadito la volontà del governo di approfondire tutti i temi e di valorizzare l’informazione, della quale riconosce il ruolo essenziale per la democrazia e per la crescita dell’opinione pubblica”. (primaonline)

Redazione CCE

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