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Contributi editoria e divieto di pubblicità lesiva. Per USPI e FILE due strade diverse

USPI e FILE agli antipodi per la modalità di assolvere gli obblighi previsti dall’articolo 5, comma 2, lett. g), del decreto legislativo 15 maggio 2017 n. 70 sui contributi diretti all’editoria e del D.P.C.M. 28 luglio 2017 che prevedono, tra gli altri requisiti di accesso, “l’impegno ad adottare misure idonee a contrastare qualsiasi forma di pubblicità lesiva dell’immagine e del corpo della donna”, e  tutti gli altri eventuali obblighi che, in egual misura, possano essere previsti da leggi e regolamenti, nazionali o locali, per l’accesso a fondi pubblici.
L’Unione Stampa Periodica attraverso l’avallo del Dipartimenti Editoria, ha promulgato la carta dei servizi con la quale gli editori si impegnano a garantire il rispetto e la dignità del lavoro dipendente e autonomo; a favorire il rispetto del “Testo Unico dei doveri del giornalista”; a adottare misure idonee a contrastare qualsiasi forma di pubblicità lesiva dell’immagine e del corpo della donna; a rispettare le norme sulla pubblicità sanitaria e dei prodotti farmaceutici, dei prodotti finanziari, degli alcolici e dei prodotti da fumo, del gioco e ogni altra normativa di settore. Gli editori assumono, inoltre, l’impegno a contrastare – con ogni mezzo possibile – le fake news (notizie false) e l’hate speech (odio in rete).
Strada completamente diversa quella adottata dalla Federazione Italiana Liberi Editori che ha scelto di aderire all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria. La scelta di aderire all’IAP da parte della FILE vuole essere un segnale preciso da dare a tutti gli inserzionisti pubblicitari ad adottare modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne; che tutelino la dignità della donna nel rispetto del principio di pari opportunità, e che propongano una rappresentazione dei generi coerente con l’evoluzione dei ruoli nella società evitando il ricorso a stereotipi di genere offensivi.

Insomma per USPI e FILE due strade completamente diverse ma che convergono entrambe nel concetto di “tutela della dignità della persona” che deve essere il cardine di ogni società civile.

Redazione CCE

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