Servono “regole condivise, che tengano conto dell’etica e non solo del mercato”, per rimettere in carreggiata una professione, quella del giornalista, “sconvolta negli ultimi anni” dall’innovazione tecnologica e da un sistema normativo incapace di stare al passo con i tempi: é l’appello del segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, ad un forum sull’etica e la crisi dei media in Italia promosso dall’Unione cattolica della stampa (Ucsi) all’università Urbaniana.
“I gravi problemi che dobbiamo affrontare – ha detto Siddi – quali esuberi, licenziamenti, mancato rinnovo del contratto, ci inducono a trascurare il fatto che, parlando di informazione, tocchiamo un contenuto altamente morale”. “Molti, nella categoria – ha aggiunto – non sono consapevoli di quanto sta accadendo”.
“Dopo un periodo di riavvicinamento – spiega il segretario Fnsi – e nonostante il nostro sforzo per una chiusura dignitosa del contratto alla quale siamo andati vicini, c’é in questi giorni un allontanamento degli editori”. La questione etica – dice Siddi – c’entra, e il contratto diventa teatro di un conflitto “non ideologico ma culturale”. Comunque, assicura il segretario, “entro il 10 dicembre decideremo cosa fare”. “Senza regole non se ne esce” e la trattativa per il rinnovo del contratto non esce dal guado anche perché “gli editori hanno abdicato ai capi del personale”, dimenticando la funzione di garanzia che spetta agli organi di informazione.
Sempre parlando degli editori Siddi ha detto che “molti non vogliono il contratto perché non hanno soldi, altri lo vogliono, ma pretendono mano libera anche sui contenuti, al di là di ogni etica”. E’ imprescindibile il rapporto con il mercato – ha proseguito – ma “le notizie che contano vanno comunque date”, e nella giusta evidenza.
Facendo proprie proposte emerse nel corso del forum, Siddi ha auspicato l’istituzione di una figura “garante dei lettori”, e di una sorta di “press council” sul modello di altri paesi, perché i giornalisti tornino ad essere nell’ immaginario collettivo “garanti dei cittadini e non loro oppressori”. Per questo – ha concluso – serve soprattutto un “giornalismo informato, che senza etica non avrebbe senso”.
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