“Si conferma lo scenario di un settore decisivo per la democrazia, e con potenzialità di sviluppo, ma che risente degli effetti della crisi, dei tagli che ha dovuto subire e delle distorsioni che non si sono volute affrontare”. E’ il commento del segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito al rapporto sulla stampa italiana diffuso ieri dalla Fieg.
Il fatturato dello scorso anno, ha aggiuto il sindacalista, “torna ai livelli del 2008 ma la situazione delle imprese resta deficitaria e le politiche di contenimento dei costi hanno riguardato prioritariamente, e in modo non riproponibile e accettabile, le spese di personale. Anche in questo caso, come i dati dimostrano, è soprattutto sul lavoro che si scaricano gli effetti della crisi e delle non scelte”.
Occorre quindi “cambiare strada” e per questo Fammoni sostiene la necessità di “politiche industriali espansive e investimenti da parte degli editori così come serve intervenire sui nodi strutturali del settore: lo squilibrio ancora incredibilmente crescente nella pubblicità fra tv e carta stampata dovuto ai monopoli e ai conflitti di interesse esistenti e infatti non riscontrabile in nessun altro paese importante; la valorizzazione e la qualità dei contenuti editoriali; lo statuto di impresa editoriale; gli incentivi e non i tagli al settore; la valorizzazione del lavoro degli operatori e il superamento del precariato”.
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