CDA RAI: IL PDL VUOLE 4 CONSIGLIERI. E ALL’ORIZZONTE NUOVI TAGLI

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Una nuova votazione martedì 3 luglio. Pdl e Lega insieme per 4 consiglieri. Di Pietro conferma: non partecipiamo alle nomine. Intanto la pubblicità crolla. Possibili nuovi tagli.
Dopo l’ostruzionismo dell’altro ieri, il Pdl e la Lega sembrano essersi accordate per assicurare al centrodestra 4 consiglieri su 7. Un enormità, se dovesse accadere.
Ricordiamo che il Carroccio qualche giorno fa ha dichiarato che avrebbe votato scheda bianca per non “sporcarsi” le mani nella lottizzazione. «Bisogna privatizzare la Rai. È l’unico modo per liberarla dal giogo dei partiti», aveva affermato i leghisti. Ora potrebbero cedere alle lusinghe del Pdl votando un nome indicato dai pidiellini. Ecco che ai 3 consiglieri di competenza del Pdl si aggiungerebbe un quarto, formalmente votato dalla Lega, ma di fatto scelto dal Pdl. Il compromesso potrebbe risolversi in Enrico Pazzali, ad dell’Ente Fiera di Milano Spa (che c’entra con la Rai!).
Per gli altri 3 la rosa dei papabili è sempre la stessa che circola da più di una settimana. In lizza ci sono Antonio Verro (ex deputato Pdl, già nel cda Rai ora venuto a scadenza), Antonio Pilati (ex commissario Pdl dell’Antitrust), Guido Paglia (direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Rai), Franco Scaglia (presidente Rai Cinema), Rubens Esposito (ex responsabile dell’Ufficio Legale della Rai), Giancarlo Galan (ex governatore del Veneto ed ex ministro dello della Cultura). Ci sarebbe anche Alessio Gorla (ex collaboratore di Berlusconi in Publitalia e ex dirigente e consigliere della Rai), “implicato” da La Repubblica nella cosiddetta Struttura Delta, un organizzazione finalizzata a favorire Mediaset dall’interno della Rai.
A questi si è aggiunta l’ipotesi Enzo Iacopino (presidente dell’Ordine dei giornalisti). Qualcuno ha anche “azzardato” l’ipotesi Alberto Maccari, da gennaio direttore del Tg1 al posto di Minzolini. Ma in tale caso si dovrebbe avere subito un nome da piazzare al tg dell’ammiraglia Rai.
Passando al centrosinistra, saranno eletti Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, scelti dalla società civile. L’Udc si conferma tradizionalista e moderato confermando Rodolfo De Laurentiis.Ecco che si completerebbe la lista dei consiglieri da affiancare ad Anna Maria Tarantola, presidente, e Marco Pinto, consigliere del Tesoro.
C’è da precisare che il voto di martedì sancirà anche l’insediamento ufficiale della Tarantola, in quanto il presidente designato da Monti per insediarsi ha bisogno dei due terzi della Vigilanza. A riguardo Pdl e Lega avrebbero promesso di non fare “sgarbi”.
Intanto l’Idv mantiene la sua posizione, nonostante alcune proposte di apertura. «Di fronte all’esplicito rifiuto del governo Monti di cambiare le regole per la nomina del cda Rai e di fronte al pericolo della prorogatio, abbiamo lanciato, con specifiche mozioni parlamentari, l’idea di consentire, pur con le vecchie regole, alla società civile di avere un ruolo determinante nella definizione degli organi di governo della Rai, dell’Agcom e del Garante della privacy. Abbiamo proposto la presentazione di candidature e di auto candidature che fossero espressione diretta della società civile. Tuttavia i curricula sono diventati una sorta di paravento dietro il quale si nasconde la vecchia logica della spartizione di posti tra partiti. Ben 325 curricula arrivati in Vigilanza stanno per essere mandati al macero e con loro anche significative candidature di donne e di uomini di valore», ha dichiarato Di Pietro. Morale della favole: non si partecipa al voto, almeno per ora.
Intanto mentre i partiti litigano e la nomina del nuovo cda slitta in continuazione, la Rai soffre. «La pubblicità sta attraversando un momento difficile», ha dichiarato Garimberti in seguito ad una relazione sull’andamento delle entrate pubblicitarie presentato dal dg Lorenza Lei. In effetti non è una novità. È dal primo trimestre del 2012 che la Sipra non raccoglie quanto previsto. Potrebbe essere necessaria, e infatti se ne parla da molte settimane, una nuova manovra. Sarebbe il nuovo dg designato da Monti, Luigi Gubitosi, l’esperto di tagli. Sempre che quest’ultimo sarà confermato dal nuovo cda.
Ciò che è certo è che il servizio pubblico deve ristrutturarsi in fretta e bene. «La Rai non può aspettare più. Ha bisogno di un immediato rilancio, di scelte di trasformazione, di una rapidissima ripartenza» si legge nel documento approvato all’unanimità dall’assemblea nazionale dei comitati di redazione Rai.
Parole sante.

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