CALABRO’: ” CON IL DIGITALE TERRESTRE LA TELEVISIONE ITALIANA AVRA’ UN FUTURO TRANQUILLO”

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Corrado Calabro’, presidente dell’Autorita’ per le Comunicazioni, intervistato da MF-Milano Finanza, prevede un futuro tranquillo per la tv nazionale. Le nuove gare per le frequenze del digitale terrestre aumenteranno il pluralismo evitando contenziosi decennali come quello di Europa7. “Abbiamo previsto 21 reti nazionali e definito procedure pubbliche obiettive trasparenti e non discriminatorie per la messa a gara del dividendo digitale (pari a cinque reti nazionali)”. “Inoltre e’ stato introdotto un tetto massimo di cinque al numero di reti che un singolo operatore puo’ avere all’esito della gara” afferma Calabro’.

Anche grazie a misure volte a garantire condizioni asimmetriche a favore dei nuovi entranti (riduzione delle reti in possesso degli operatori maggiori, esclusione di questi ultimi dalle gare per il lotto piu’ consistente), Calabro’ ritiene che “Si tratta di una svolta storica che assicura all’Italia di prendere la via di un uso piu’ omogeneo a quello degli altri paesi europei e improntato a criteri di efficienza, concorrenzialita’ e pluralismo”.

Il presidente e’ inoltre convinto del fatto che tali misure saranno in grado di far cadere la procedura di infrazione europea.

Calabro’ prosegue poi sostenendo che la gara sara’ “in linea con quanto avviene in tutta Europa, la procedura pubblica sara’ del tipo beauty contest” e che la data dello switch-off del segnale analogico sara’ rispettata.

Piena condivisione viene poi espressa circa la valutazione positiva dell’Ue sullo stato di salute del settore della telefonia mobile. “Nel mobile la concorrenza e’ apertissima e si vede”, “anche se sui problemi strutturali serve un intervento di policy piu’ che uno di regolamentazione” ha detto Calabro’.

Su Telecom e il problema dello scorporo della sua rete Calabro’ prende le distanze: “una soluzione cosi’ drastica puo’ solo avvenire come risultato di una scelta imprenditoriale”. Viene poi espresso un giudizio positivo in merito all’opzione dell’open access come modello di regolamentazione, smentendo ogni polemica con il commissari Ue Reding

Calabro’ infine chiude sull’unbundling difendendo la polica delle tariffe perseguita dall’Autorita’.

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