Sarà anche vero che si vendono sempre meno giornali eppure i quotidiani restano al centro del dibattito politico. Perché il ruolo dei giornali resta sempre lo stesso: quello di dare la bussola, di orientare i lettori e di incardinare i temi. Sì, per dirla con le argomentazioni degli studiosi di comunicazione e sociologia, i quotidiani, che venderanno anche meno copie di quante se ne vendessero una volta, restano gli strumenti principali per l’agenda setting del dibattito pubblico. Ed è proprio per questo che vanno tutelati e difesi.
Un ragionamento, questo, che il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria, Alberto Barachini, ha ripetuto da tempo e ha ripresentato nel suo intervento alla prima edizione di Urania policy & business forum. Le parole di Barachini sono nette e fotografano la realtà per quella che è: “Si legge meno e ci sono meno edicole, ma i quotidiani continuano a orientare il dibattito pubblico, civile e politico del nostro Paese. Contano e vanno protetti, difesi e tutelati”. Se ne facciano una ragione i fautori del digital first.
Nel suo intervento, poi, Barachini ha parlato degli interventi in materia di agenzie di stampa: “Un risultato importante per tutto il governo, erano sette anni che i criteri non venivano aggiornati. Noi siamo partiti da un criterio di base, quello legato al numero di giornalisti assunti dalle redazioni. Laddove ci sono più giornalisti c’è più informazione”, ha detto l’esponente del governo che ha rivendicato la scelta “di bilanciare il sistema, per non lasciare indietro nessuno”. Infine, un passaggio importante sul tema dei temi: l’intelligenza artificiale: “La norma sull’IA contiene il rafforzamento del diritto d’autore e la nuova fattispecie di reato del deep fake”. Vedremo nei prossimi giorni e, soprattutto, nei prossimi mesi. Su questa trincea, quella dell’intelligenza artificiale, si giocano diverse partite. Ma l’obiettivo è comune e rimanda all’inizio: tutelare i quotidiani perché senza di loro il rischio è di mandare a carte quarantotto il dibattito pubblico.
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