Usigrai denuncia: “una deriva da veline da regime sul caso amianto”. La vicenda è scoppiata in seguito alla nota del sindacato dei giornalisti di viale Mazzini che ha preso in analisi le notizie relative alla ristrutturazione della sede Rai definite “un passo verso il futuro” in un comunicato ufficiale dell’azienda. Una ricostruzione che, per i giornalisti, è tutta sbagliata: “Un comunicato dai toni trionfalistici sulla ristrutturazione del quartier generale Rai finito nei giorni scorsi al centro delle cronache per la presenza di fibre di amianto accertata dall’Asl che aveva portato alla frettolosa evacuazione di tutti i dipendenti, poi messi in smart working e l’apertura di un’inchiesta della Procura di Roma (senza indagati o ipotesi di reato). Il comunicato diffuso dai vertici Rai a tutte le redazioni con l’indicazione di darne notizia in tg e gr non fa alcun riferimento alla questione dell’amianto. Il tentativo di occultare o ridimensionare le ragioni che hanno portato all’abbandono anticipato della sede Rai di Viale Mazzini contrasta con il mandato e il ruolo della concessionaria del Servizio pubblico e con i principi del contratto di servizio”.
Ma non basta: “Una deriva da veline di regime -prosegue la nota dell’Usigrai- che non deve contagiare le redazioni della Rai il cui lavoro è, e deve essere, quello di informare in maniera completa tutti i cittadini”. L’accusa quindi si allarga a “quei direttori di testata che hanno mandato in onda servizi che hanno tenuto conto solo del comunicato aziendale, senza informare delle ragioni che hanno determinato l’allontanamento immediato di tutti i dipendenti dalla sede del Cavallo Morente: è solo a causa dei livelli di amianto rilevato dalla Asl, a seguito di un guasto a un impianto, che è stata anticipata la chiusura del palazzo”. Questo per Usigrai, è il cuore della vicenda: “Se ne sono occupati diversi giornali nei giorni scorsi, ma nel comunicato Rai nessun accenno: si parla invece di spazi ampi e luminosi con un’attenzione al risparmio energetico, con riferimento ai lavori di ristrutturazione di un piano immobiliare articolato, di una tappa simbolica, di un percorso che insieme all’intero Consiglio di amministrazione Giampaolo Rossi e Roberto Sergio hanno fortemente voluto”. La conclusione è amara: “Ci chiediamo come sia possibile che nel 2025 il vertice aziendale della Rai, con la complicità di alcuni direttori, pensi di nascondere sotto il tappeto le notizie di pubblico dominio, peraltro su un tema sensibile come l’amianto e il rischio per la salute dei dipendenti. Così facendo si creano solo danni incalcolabili alla credibilità e all’autorevolezza dell’informazione e del servizio pubblico”.