C’eravamo tanto amati: Sam Altman litiga (anche) con Microsoft e si dice pronto a trascinare l’azienda fondata da Bill Gates in tribunale. La vicenda è venuta a galla in queste ore con l’analisi pubblicata dal Wall Street Journal sulle mosse prossime del genio di Chicago, padre dell’intelligenza artificiale di ChatGpt e dominus di OpenAi. Ci sarebbe maretta tra le due realtà economiche. L’accordo concluso tra OpenAi e Microsoft, difatti, garantisce alla seconda la possibilità di accedere alle tecnologie in uso e possesso della prima. Del resto, si tratta di qualcosa di nemmeno troppo irrituale dal momento che è stata proprio Microsoft a puntare fortissimo su OpenAi quand’era ancora una startup garantendole investimenti per ben 19 miliardi di dollari. Un fiume di denaro. Che, però, rischia di perdersi ora che l’azienda di Sam Altman ne vale almeno 340 e ha concluso un round di finanziamento per 40 miliardi di dollari. Ma c’è di più. C’è, infatti, un progetto di Microsoft che non piace troppo a OpenAi. Si tratta di GitHub che, magari rafforzata da Windsurf acquisita di recente dalla stessa casa madre di ChatGpt per tre miliardi, potrebbe affermarsi come un rivale credibile per l’intelligenza artificiale che, per prima, s’è imposta con successo all’attenzione del mondo.
La vicenda, quindi, rischierebbe di finire in tribunale e il fatto che a scriverlo sia il Wsj, che è in rapporto di affari con OpenAi dato che consente all’azienda di utilizzare i suoi database per alimentare l’Ai, sembra dirla lunga sulla fondatezza di uno scontro imminente. Per Altman, dopo il duro litigio con Elon Musk, anche lui suo ex finanziatore, si tratterebbe di una scommessa (su se stesso) più che una guerra. Un passo avanti per imporsi, al mondo, come protagonista nello scenario Big Tech. Microsoft permettendo.