L’Autorità per le telecomunicazioni chiede che una parte dei proventi della gara sulle frequenze per il 4G, attualmente ancora in corso, sia destinata allo sviluppo delle reti di nuova generazione. In una segnalazione a Governo e Parlamento, l’Agcom fa notare che l’asta sta determinando un incasso per lo Stato significativamente superiore all’obiettivo minimo dei 2,4 miliardi inserito nella legge di stabilità 2011. Attualmente l’ammontare è attorno ai 3 mld e quindi, prosegue l’Authority, «consente non solo l’attribuzione di misure economiche compensative a favore delle televisioni locali» che devono liberare le frequenze oggetto della gara, «ma anche di assegnare le maggiori entrate accertate rispetto ai 2,4 miliardi di euro per misure di sostegno al settore delle comunicazioni».
In particolare, «l’Autorità ritiene che sarebbe opportuna una più precisa e mirata finalizzazione di parte dei proventi di tale procedura a evidenza pubblica, destinando una quota significativa degli introiti eccedenti i 2,4 mld a misure di sostegno per la banda larga e le reti di nuova generazione». L’asta in corso, spiega l’Autorità guidata da Corrado Calabrò, dimostra il grande contributo che l’Ict può dare alla crescita economica nazionale. «Al giorno d’oggi nessun altro settore è in grado di accelerare in misura comparabile la crescita e lo sviluppo del Paese». Secondo diversi studi, prosegue l’Agcom, le reti di nuova generazione, fisse e mobili, possono generare «almeno 1 punto di Pil aggiuntivo per ogni 10% di diffusione della banda larga e quasi 40 mld all’anno, a regime per l’Italia, di risparmi». (MF-DJ)
La richiesta è arrivata con toni insolitamente diretti. Intervenendo al convegno «Lo strapotere delle big…
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