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16% DEGLI ITALIANI FRODATI SU INTERNET

Il 16% degli utenti internet ha subito almeno una volta la violazione dell’accesso ai vari servizi web, subendone nel 35% dei casi un danno. Secondo un’indagine sui comportamenti degli utenti internet condotta da Cpp Italia, filiale della multinazionale inglese specializzata nella tutela della sicurezza dei dati personali e nella protezione delle carte di credito, il 30% degli intervistati ha lamentato l’uso fraudolento dell’account di posta elettronica, messenger (o altre web chat) o del proprio social network. Il 2% ha subito danni economici limitati a 100 euro, mentre per 3 intervistati su 100 i danni sono stati contenuti entro i mille euro. Tra i mille e i 5 mila euro sono stati i danni economici per il 2% degli utenti internet, mentre solo l’1% ha subito danni superiori ai 5 mila euro.
Secondo l’indagine, il 42% degli utenti internet intervistati non modifica mai, a meno che non sia obbligato a farlo, le password di accesso ai servizi e-mail e home banking, mentre l’11% lo fa a cadenza annuale o più lunga. Comportamenti che possono favorire, almeno in parte, la violazione dei propri account internet.
«Cambiare frequentemente le password – spiega Walter Bruschi, amministratore delegato di Cpp Italia – è sola una delle attenzioni da avere per tutelarsi dalle truffe. Per incrementare il livello di sicurezza è però meglio utilizzare password diverse per ogni tipo di accesso. Se, infatti, un malintenzionato entrasse in possesso della nostra unica password avrebbe accesso anche a tutti gli account internet. Si rischierebbe, quindi, di subire non solo un danno patrimoniale ma anche il furto di identità, un tipo di frode che si sta espandendo anche in Italia».
«Con il furto di identità – conclude Bruschi – il malvivente di turno può fare acquisti rateali o richiedere finanziamenti a nostro nome. Dimostrare la nostra estraneità ai fatti, e ottenere i rimborsi delle somme indebitamente sottratte, richiede l’intervento di diverse figure professionali e soprattutto tempi piuttosto lunghi. Contro questo tipo di frode ci si può tutelare sottoscrivendo servizi di protezione dei dati personali e software che rendano più sicura la navigazione».
(Aduc)

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