ZAVOLI, STOP A DITTATURA AUDIENCE. TORNARE ALLA QUALITÀ

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Il più grande laboratorio culturale del Paese che sembra aver abbandonato ormai lo spirito di servizio pubblico; ma che, allo stesso tempo, non è ancora riuscito a trovare una propria identità, avendo perso per strada le sue ”marche di identificazione” e sempre più confuso con il resto del flusso televisivo. Schiacciata tra le logiche politiche e la dittatura dell’auditel, la Rai cerca oggi di trovare una sua nuova dimensione: recuperare il pubblico di nicchia, coltivare l’audience ”incolta” e, al contempo, mantenere i tratti della tv generalista. Ripartendo, però, da un presupposto: la qualità dell’offerta.

Se ne è parlato oggi nel corso del secondo dei tre seminari organizzati in questi giorni dalla Commissione parlamentare per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, alla presenza tra gli altri del presidente Sergio Zavoli, dei conduttori Pippo Baudo e Maurizio Costanzo, dell’autore televisivo Carlo Freccero, del vice direttore della Rai Giancarlo Leone e del critico e storico della televisione Aldo Grasso.

”Non la faremmo franca se negassimo alla Rai di essere il più grande laboratorio culturale e civile del Paese – osserva Zavoli -. Ma ho qualche resistenza a credere che ciò si esprima pienamente secondo lo spirito e la modalità di un ‘servizio pubblico’; e parrebbe dunque lecito domandarsi perché la politica non lascia a un’azienda di tanta rilevanza un’autonomia che, fatte salve le premesse istituzionali e statutarie, sia libera di gestire la sua sfera imprenditoriale e pienamente responsabile del problema non solo di tutelare, ma anche di produrre, cultura e civismo.

Non penso affatto – aggiunge il presidente della Commissione di Vigilanza – a una tv virtuosa ma mi domando come agire perché siano salvaguardate le ricchezze di cui s’imprime un patrimonio identitario che coinvolge l’intera comunità”.
A questo proposito, Zavoli sottolinea che con il digitale terrestre la Rai ha creato le condizioni per abolire la dittatura dell’audience: ”ognuno potrà scegliere, in un triplicato genere di programmi, quello che più gli garba.

Giuseppe Liucci

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