Un dispaccio confidenziale diffuso da Wikileaks e inviato a Washington dall’ambasciatore Usa David Thorne il 3 febbraio del 2010 contiene giudizi molto severi riferiti al governo italiano sulla cosiddetta legge Romani che regola l’uso di internet e delle pay tv. Secondo il dispaccio, pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais infatti, la legge “darà margine per bloccare o censurare qualunque contenuto e favorirà le imprese di Silvio Berlusconi nei confronti dei competitor”. E questo, secondo la nota inviata da Thorne e finita tra i file di Wikileaks pubblicati da El Pais, “rappresenta un modello familiare di condizionamento del governo” che “Berlusconi e Mediaset hanno già usato fin dai tempi dei governi Craxi” negli anni ottanta.
L’Ambasciata di Roma, si legge ancora nel cablogramma, esprimeva la preoccupazione che la legge, così come era stata approvata, “potrebbe rappresentare un precedente per nazioni come la Cina, che potrebbero copiarla o citarla come giustificazione per i propri attacchi alla libertà di espressione”.
Secondo quanto sarebbe stato confermato all’ambasciatore Usa da dirigenti di Sky, il gruppo che fa capo a Rupert Murdoch, la legge Romani “darà molti vantaggi commerciali a Mediaset nei confronti di Sky, suo diretto competitor”. Queste direttive, annotava inoltre Thorne nel dispaccio, sintetizzano “lo sforzo del governo per aiutare Mediaset e collocare Sky in una situazione di svantaggio”.
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