Vivendi diventa editore, il piano di Bolloré al Senato francese

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Vincent Bolloré, presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi, annuncia: “Editoria fondamentale per i contenuti”. Il piano di espansione pronto a un nuovo passaggio

Il colosso francese dei media Vivendi è molto interessato a entrare nel business dell’editoria. Lo scopo? Semplice: allargare la propria offerta di contenuti. Alla commissione Cultura del Senato di Parigi il presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi Vincent Bolloré ha spiegato che il settore editoriale rappresenta “un elemento essenziale per i contenuti”.

Una novità di grande rilievo nel panorama europeo che non stupisce più di tanto se si considera che Bolloré, n°1 di Bolloré Group che detiene il 15,33% di Vivendi, da quando è presidente ha già spinto la società transalpina verso varie acquisizioni nel mondo della tv, delle telecomunicazioni e dei giochi virtuali.

Tra le ultime operazioni messe a segno ricordiamo quelle che hanno interessato Telecom Italia, Mediaset Premium e Gameloft. La strategia di espansione del gruppo prevede, quindi, altre tappe. Chiarito al Senato francese l’interesse per l’editoria, Bolloré non è però entrato nel merito in maniera dettagliata. Quello che ha lasciato intendere, però, è che ancora una volta la sua campagna espansionistica sarà sostenuta dall’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine.

Il presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi ha tuttavia assicurato di non aver intenzione di diventare operatore telefonico dopo aver dismesso tutte le proprietà tlc. Non è esclusa una possibile partnership con un operatore francese, ma ora le attenzioni della società sembrano decisamente rivolte a Canal+: previsto un nuovo piano di tagli mentre si continuerà a investire su nuove piattaforme.

Bolloré ha sostenuto di aver dato il via a un processo di costruzione di un campione dei media capace di mettere insieme differenti tipi di contenuti. Spazio allora a tv, cinema, streaming e videogames. E ora anche all’editoria. Queste aperture spianano la strada a possibili grandi sinergie con piattaforme digitali come Dailymotion (l’omologo francese di YouTube) o con soggetti “fisici” come Fnac. Ma, ha concluso Bolloré, questo non vuol dire che l’obiettivo di Vivendi sarà quello di agire da ponte tra reti e contenuti.

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