VITA E SCROZA INTERVISTATI SULLA LEGGE TEDESCA CHE OBBLIGA MOTORI DI RICERCA A PAGARE IL COPYRIGHT

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Un telegiornale dovrebbe pagare una notizia presa da un quotidiano? E si può paragonare un sito alla Tv? Il governo tedesco lavora ad un disegno di legge che obbligherà gli aggregatori di news online a pagare una tassa per aver riportato una notizia da un sito d’informazione.
L’avvocato e docente universitario Guido Scorza ha risposto a Media Duemila approfondendo la questione dal punto di vista giuridico: “Il diritto patrimoniale d’autore su ogni bit di informazione sarà sovra-ordinato rispetto a quello della collettività alla massimizzazione della circolazione di informazioni, notizie ed opinioni. Si tratta di un abbaglio, gli editori vogliono trattare l’informazione come qualsiasi opera di intrattenimento. Fin ora c’era stato un equilibrio sul tema dei diritti d’autore, un equilibrio che andava verso chi ripubblica o cita l’informazione prodotta per sostenere la circolazione delle notizie, favorire invece l’editore può portare ad una situazione di monopolio online – ha continuato Scorza – Un appannaggio esclusivo di chi ha i soldi per comprare la notizia. Quella di pagare una licenza per divulgare l’informazione tramite un link va contro il caposaldo di Internet che è la condivisione”.
Il Senatore Vincenzo Maria Vita per Media Duemila ha espresso il suo giudizio negativo sulla legge in discussione al Parlamento tedesco, confidando che questa legge è un filone che non avrà futuro. “La realtà tecnologica è più forte della miopia del governo tedesco. Questa imposta è una gabella che non ha senso e spero che non faccia scuola anche in Italia dove tra Google e la Fieg si è già trovato un accordo sui diritti di pubblicazione”.
Una legge che ha già visto editori e utenti online schierarsi sui due fronti, la Google Tax (così ribattezzata in rete) farà discutere, come è successo per l’Acta, la Sopa e la Pipa. Viene da domandarsi, dunque, se questo atto sarà una mossa degli editori per riuscire ad avere più utenti sul proprio sito ricavando più introiti dalla pubblicità, oppure l’opportunità di liberarsi dalle grinfie di Google che gestisce la percentuale più alta di indicizzazione delle notizie. Come è noto, infatti, molti dei quotidiani online pagano a Mountain View una quota d’abbonamento per essere tra i primi risultati di ricerca, sia nel motore di ricerca che nella sezione News, un’imposta che agli editori evidentemente pesa ma da cui è impossibile liberarsi.

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