VENERDÌ FACEBOOK DEBUTTERÀ IN BORSA A 76 MILIARDI

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Mark Zuckerberg compie oggi 28 anni e si prepara per la settimana più lunga della sua vita: venerdì prossimo, il 18 maggio, Facebook, il suo social network debutterà in Borsa con una valorizzazione che al massimo della forchetta (35 dollari per azione) arriverà a 76 miliardi. Un cifra che fa di lui il più giovane miliardario del pianeta (è al 35esimo posto tra i Paperoni del mondo).

Con i suoi 28 anni Zuckerberg ha la metà esatta degli anni della media dei Ceo dell’S&P500 (56 anni) eppure è in carica – nella stessa azienda – da più tempo di tutti loro. Secondo l’agenzia di risorse umane Spencer Stuart, gli amministratori delegati restano in carica per poco più di sette anni. Zuckerberg, che ha fondato Facebook nel 2004, ha già superato la crisi del settimo anno e non ha alcuna intenzione di lasciare. E se molti riconoscono nella sua età un punto di forza, per altri rischia di essere un limite: “Deve imparare molto – dice un analista -. Adesso pensa solo a clienti e collaboratori, ma dopo la quotazione dovrà rispondere anche al mercato. Per questo Google ha chiamato Eric Schmidt. E per questo Apple mandò via Jobs”.

Un rischio che Zuckerberg non ha alcuna intenzione di correre. Anzi, con la quotazione in Borsa rafforzerà la sua presa sulla società proprio per evitare di essere licenziato dalla sua stessa creatura come accaduto a Steve Jobs (che portò Apple in Borsa a 25 anni). E proprio per questo motivo Zuckerberg manterrà il controllo diretto di Facebook con il 57,3% dei voti “scoraggiando e rallentando – si legge nel prospetto – ogni tentativo di scalata”. Come a dire che chiunque vorrà dare l’assalto alla società dovrà parlare solo con lui.

Insomma Facebook non sarà una public company, ma la non contendibilità del gruppo non preoccupa Steve Wozniak, fondatore con Jobs di Apple: “Facebook è un buon investimento per chi vuole guadagnare”, ha detto a Bloomberg, confermando l’intenzione di voler anche al prezzo di collocamento. Il talento di Zuckerberg ricorda il mio e quello di Jobs”. Insomma Wozniak non sembra preoccupato dalla valutazione fatta dagli analisti che sottolineano come il prezzo (99 volte gli utili) sia troppo alto (almeno per il 79% degli intervistati da Bloomberg) e superi quello del 99% delle società quotate all’S&P500. Ma il co-fondatore di Apple è anche in “conflitto d’interessi”. Il 36% del fatturato della sua società, Fusion-io che sviluppa tecnologia per memorie flash, arriva direttamente da Facebook (da Apple un altro 24%) e secondo gli addetti ai lavori non è esclusa un’acquisizione della società da parte di Zuckerberg.
Di certo Facebook non sarà un titolo – almeno in fase di collocamento – per tutti. A fare la parte del leone saranno gli investitori istituzionali, le compagnie assicurative, i fondi pensione e altri fondi aperti. Ai piccoli risparmiatori resteranno solo le briciole, ma alla maggior parte non resterà nulla. A Fidelity, uno dei principali broker americani, quotazioni come queste sono riservate a clienti con un conto da almeno 500mila dollari o che effettuano non meno di 36 operazioni l’anno. “Per i clienti considerati molto importanti – racconta un dipendente all’Afp – potrebbero bastare 250mila dollari”, ma sotto non si scende. E, soprattutto, i broker non vogliono che i loro clienti comprino e vendano sull’euforia del primo giorno: per questo tanti hanno imposto un divieto a vendere le azioni che va da 15 a 30 giorni.

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