VA AVANTI L’INDAGINE SUI FINANZIAMENTI ALL’EDITORIA INCASSATI DAL QUOTIDIANO DI LAVITOLA

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Dopo l’inchiesta “Tarantini”, una nuova tegola incombe su Valter Lavitola. Il direttore de “L’Avanti” risulterebbe indagato dalla Procura della Repubblica di Napoli per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alle false fatturazioni. Si tratta di fonti investigative citate dall’Ansa, che non hanno trovato ancora conferma. Alla base ci sarebbero gli elementi di prova già raccolti in un altro procedimento. L’ipotesi di reato formulata dai pm, che già indagano sulla presunta estorsione ai danni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è relativa ai contributi pubblici per l’editoria incassati dal quotidiano di cui l’ex socialista è il direttore. Gli inquirenti, dopo aver autorizzato una perquisizione nella sede del giornale, vogliono vederci chiaro sulla destinazione dei fondi e, soprattutto, sul possesso dei requisiti da parte della testata. Quei soldi, oltre due milioni di euro l’anno, sono meritati da parte de L’Avanti o sono il frutto di un giro di false fatturazioni, in modo tale da gonfiare le cifre da ottenere dallo Stato? E’ l’interrogativo cui proveranno a dare risposta i sostituti procuratori Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcok, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco.
L’indagine ‘madre’ resta comunque quella sulla presunta estorsione al premier, trasferita da Napoli a Bari su decisione del Tribunale del Riesame del capoluogo partenopeo. Secondo gli inquirenti ci sarebbero ‘molte opacità’ nei rapporti tra la testata e alcuni fornitori di servizi, che avrebbero aiutato Lavitola a documentare, mediante false fatture, spese che in realtà il giornale non avrebbe mai sostenuto.
Gianluca De Martino

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