Categories: Giurisprudenza

USA/ LA SOCIETÀ DI SERVIZI TWC PUNTA SULL’ IPAD E SI VEDE CHIUDERE 12 PROGRAMMI TELEVISIVI

Scommettere sulle nuove tecnologie negli Usa è diventato complicato. Lo testimonia il caso della nota società Time Warner Cable specializzata nelle nuove tecnologie di trasmissione nel settore televisivo e delle telecomunicazioni. Il mese scorso la compagnia in questione ha avuto l’esuberante idea di rilasciare un’applicazione per iPad allo scopo di dotare i propri abbonati della possibilità di accesso all’offerta dell’Internet Tv non solo tramite decoder.
Immediata è stata la reazione ostile delle major del broadcasting made in Usa. L’iniziativa è bastata da sola a far mobilitare alcune delle più grandi media company (editori tra cui MTV, Discovery Channell, quindi HGTV e Viacom) che hanno così ottenuto la chiusura di 12 dei 32 programmi promossi inizialmente attraverso la app video ideata per il tablet di Cupertino.

Le major fanno appello alle clausole dei rispettivi contratti firmati con la TWC, che sembrerebbero prevedere solo lo streaming via set-top-box dei propri contenuti. Una specifica che però non sembrerebbe del tutto motivare un intervento così categorico, dato che l’applicazione, sotto accusa, abiliterebbe esclusivamente l’Internet tv di casa. Forse lo scopo non dichiarato degli editori potrebbe essere quello di riservarsi app specifiche per un futuro approdo sui nuovi dispositivi di visione. È comunque facile dedurre che un assetto così vincolante delle licenze applicato anche alla distribuzione digitale, potrebbe complicare non poco il contesto della diversificazione dei dispositivi attraverso cui fruire dei contenuti a pagamento con la garanzia aggiuntiva di un servizio personalizzato.

Sono le parole dello Chief Programming Officer della TWC, Melinda Witmer, a correggere il tiro, sostenendo che lo stesso termine Tv sia “ormai un’espressione anacronistica”, data l’innovazione tecnologica in atto che consente agli abbonati di guardare i contenuti dei palinsesti televisivi sulle più diverse (ma anche simultanee) tipologie di schermo. Inoltre la app incriminata, scaricata tra l’altro già da 300mila persone, offriva la visione solo di una frazione dei canali disponibili attraverso i decoder tradizionali.

Un duro colpo per la TWC, dunque. Anche se la società non demorde, facendo sapere, attraverso un portavoce, di voler sostituire con delle nuove proposte i programmi rimossi con la forza dagli editori contrari alle sue vedute un po’ troppo ampie.
Manuela Avino

editoriatv

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