Black Mirror è già qui: Axel Springer affida all’intelligenza artificiale la redazione di Upday e lascia senza lavoro tre giornalisti e un poligrafico in Italia, a Milano. La testata, registrata nel nostro Paese, edita un aggregatore di notizie internazionali. Che, dai prossimi tempi, sarà affidato completamente all’algoritmo. Eppure dal punto di vista economico, stando a quanto riporta il Corriere della Sera citato da Dagospia, la testata non solo non aveva problemi economici ma addirittura generava degli utili.
Il progetto Upday già nasceva hitech. Difatti, si tratta di un’app preinstallata sugli smartphone di Samsung. Inizialmente avrebbe dovuto fungere da mero aggregatore di notizie ma, dal 2016 a oggi, si era ingrandita potendo contare su redazioni in ogni angolo d’Europa, tra cui anche in Italia, e aveva iniziato a produrre, già da tempo, testi e notizie proprie. Ma quest’anno terminerà la collaborazione con Samsung. E allora i tedeschi di Axel Springer puntano forte solo sull’intelligenza artificiale e sull’aggregazione di notizie. Niente di nuovo. Dal momento che, già a marzo scorso, la casa editrice di Bild e di Politico aveva annunciato un piano sanguinoso di tagli proprio per fare spazio all’algoritmo e alle nuove tecnologie in redazione.
Fa riflettere che la decisione sia stata annunciata a poche ore di distanza dall’approvazione dell’Ai Act da parte dell’Unione europea. Un regolamento che il commissario al mercato Thierry Breton non aveva esitato a definire storico. E che già si trova di fronte ai fatti che, con la testa dura che li caratterizza, dimostra che gli editori, specialmente quelli più grandi, continuano a fare ciò che ritengono meglio per i loro bilanci.
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