Un’altra voce si spegne, e siamo tutti più poveri: il tribunale di Bologna ha disposto la liquidazione della società proprietaria di Telesanterno, storica emittente televisiva emiliana. In onda dal 1976, una delle tv che per prime, in tutta Italia, ha avviato quella lunga storia delle tv e radio libere. Storia che ha attraversato quasi mezzo secolo di vita del Paese, di “quel” Paese di provincia. Alle prese con la modernità, certo. Persino con gli Ufo. Ma tenacemente legata al territorio, al campanile, alla sua identità. Questa storia è in liquidazione dopo la decisione dei giudici bolognesi. La società Gtv srl, editrice di Telesanterno, è in liquidazione e, fino al 31 gennaio del prossimo anno sarà guidata, in esercizio provvisorio, dal curatore Domenico D’Amico, nominato proprio dal tribunale.
Adesso che è arrivata la sentenza del tribunale, tutti si accorgono del problema. Un “classico”, purtroppo. Quando si parla di aziende in crisi e, soprattutto, di aziende editrici in crisi. Tutti sapevano, ma dopo però. La vicenda, adesso, diventa serissima per i giornalisti che lavorano a Telesanterno. L’Aser, l’Assostampa dell’Emilia-Romagna, ha annunciato il suo impegno per tutelare i posti di lavoro e i diritti dei cronisti e dei dipendenti dell’emittente: “Esprimiamo preoccupazione per l’ennesima grave crisi che colpisce uno storico presidio della regione – dichiara in una nota l’Associazione Stampa Emilia-Romagna -. Questa televisione era un punto di riferimento con telegiornali di qualità, programmi di intrattenimento e sport. Nel 2019 i giornalisti scioperarono per cinque mesi per protestare contro gli stipendi non pagati. Via via l’emittente si è impoverita di contenuti diventando un contenitore vuoto”. In ballo c’è il futuro dei due giornalisti rimasti: “Quando muore un presidio di informazione a rimetterci sono i cittadini. Purtroppo negli anni non ci sono stati interventi per rilanciare Telesanterno o per far sì che qualche imprenditore ne rilevasse l’attività. Seguiremo la vicenda e tuteleremo i giornalisti in ogni sede attraverso i nostri legali”.
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