ULTIMO INCONTRO PER SALVARE ‘LIBERAZIONE’

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“Liberazione non può chiudere, non proprio 10 giorni prima che si sblocchi la situazione dei fondi per l’editoria”. A lanciare l’appello sono giornalisti e poligrafici del quotidiano di Rifondazione Comunista, oggi alla vigilia del “quarto e temiamo ultimo incontro con l’editore alla Regione Lazio” per decidere il destino di testata e lavoratori. In occupazione da tre mesi nella redazione romana di via del Policlinico, Liberazione, edito da MRC, è tra le prime testate a pagare per i tagli ai fondi per l’editoria dello scorso anno e per l’attesa dello stanziamento dei prossimi. Dopo il primo accordo di 23 esuberi, “abbiamo tentato ogni via”, spiega Carla Cotti a nome del cdr, ricostruendo i passaggi della vicenda. Sospesa la pubblicazione cartacea dal 2 gennaio, pur in ferie forzate, hanno continuato a lavorare al sito, realizzando per 15 giorni il giornale in pdf stampabile. Poi, raccontano, si é chiuso anche quello. A nulla è valsa l’offerta di una “donazione” che avrebbe permesso ai 30 lavoratori di rimanere al loro posto, al costo di 6, in attesa dello sblocco dei fondi. Dal 15 gennaio Liberazione non esce più.
“Domani – prosegue la Cotti – siamo convocati alla Regione dove un funzionario cercherà di capire se c’é possibilità di accordo tra l’azienda e le rappresentanze sindacali, altrimenti si prevede che si procederà forzatamente per le linee aziendali. Ovvero con una ’sospensione’, che per un giornale piccolo come il nostro equivale a ‘chiusura’, a cassa integrazione a zero ore per tutti. Noi invece chiediamo che il giornali torni a vivere, almeno fino all’annuncio delle nuove linee per l’erogazione dei fondi, in cui ci risultano incentivi per i giornali che dal cartaceo passano all’on line”.
Paradossalmente, la situazione fondi potrebbe iniziare a sbloccarsi proprio domani, quando, riportano il senatore Vincenzo Vita (PD) e il segretario generale dell’Fnsi Franco Siddi, tra i molti a esprimere sostegno a Liberazione, il sottosegretario Paolo Peluffo dovrebbe annunciare alla Commissione cultura alla Camera il totale dei contributi disponibili, per consegnare poi una bozza dei criteri di assegnazione entro la fine del mese. “Quella della proprietà – dice Massimo Cestaro (Slc/Cgil), reduce da un ultimo incontro – é una decisione difficile, anche se io credo che con le elezioni del 2013 un partito che vuole tornare al governo qualcosa, anche piccola, dovrà riprendere”. “Non sottovalutiamo i problemi della proprietà – risponde il cdr – siamo pronti a tutti i sacrifici, ma troviamo una soluzione temporanea. Di certo, però, non firmeremo mai un accordo discriminatorio fra noi i lavoratori”.

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