TV LOCALI. ECCO COME SI E’ SVOLTA LA DISCUSSIONE E LA VOTAZIONE DELL’EMENDAMENTO 2.16

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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento Boccia Tab. 2. 16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Boccia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA.
Signor Presidente, intervengo solo per ricordare al Governo che questo emendamento è la seconda parte di una riflessione che avevamo già sottoposto all’Aula in occasione del decreto-legge sullo sviluppo, che, in qualche modo, aveva consentito proprio qui in Aula un confronto sulle risorse da stanziare perle emittenti locali.
In quell’occasione, dopo una discussione anche abbastanza ampia, il Governo, come spesso è accaduto nei provvedimenti che abbiamo approvato e che noi dell’opposizione abbiamo subito, ci rinviava ad una prossima fase.
In realtà, questo succede ormai da cinque mesi; in tutti i provvedimenti di natura economica, la soluzione del sottosegretario Vegas è: ci penseremo nel provvedimento successivo. È successo così con il DPEF, con il decreto-legge sull’ICI, con il decreto-legge sullo sviluppo e succederà anche in questi giorni tra bilancio e legge finanziaria.
Sulle TV locali – lo ricordo soprattutto ai colleghi della Lega e ai colleghi della maggioranza che hanno a cuore, in qualche modo, le dinamiche e il pluralismo dell’informazione sul territorio – il sottosegretario Romani prima e il sottosegretario Vegas poi, in Aula, ci ricordarono che erano impossibilitati a seguire la proposta che il Partito Democratico aveva fatto e, in qualche modo, rinviarono a provvedimenti successivi.
Rieccoci qui! Questa volta chiediamo al Governo di assumersi la responsabilità di prevedere, all’interno della stessa missione, quindi non modificando i saldi e non modificando nulla, l’aumento di 10 milioni di euro per un comparto che ha subito tagli per oltre 110 milioni di euro nella triennalità, che sono stati parzialmente rimborsati con 40 milioni, in realtà caricati sul 2008, anno per il quale le emittenti locali non avevano chiesto risorse. Essendo aziende, che dovrebbero stare a cuore al sottosegretario Romani, avevano già fatto i programmi e le previsioni per il 2008 e non avevano chiesto risorse per tale anno, perché le risorse che il Governo sta dando quest’anno a quelle imprese saranno inevitabilmente tassate, e quindi buona parte di quelle imprese perderanno il 50 per cento di quei 40 milioni. Morale: il Governo ha, di fatto, tagliato oltre 100 milioni a queste aziende e gliene ha restituiti 40, di cui 20 tornano all’erario sotto forma di imposta. Oggi chiediamo al Parlamento di spostare 10 milioni all’interno della missione Comunicazioni, da un capitolo di Poste Italiane, che è un’azienda che ha utili e profitti sui quali paga le imposte, alle TV locali.
Dentro questo spirito di collaborazione che ha caratterizzato, in qualche modo, il tentativo che abbiamo fatto, anche con la relatrice, onorevole Moroni, che ringrazio per gli sforzi fatti, c’è stato un muro del Governo su questo provvedimento.
Mi auguro che almeno in Aula, con la riflessione ulteriore che altri colleghi di maggioranza e opposizione possono fare, il Governo possa cambiare idea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE GIULIETTI.
Signor Presidente, intervengo solo per concordare con questa impostazione data dall’onorevole Boccia e per rivolgermi ai molti colleghi del centrodestra che, in modo assolutamente non strumentale, hanno affrontato questi temi in questi anni, a parti rovesciate.
Mi rendo conto che, quando si arriva a un provvedimento di questa natura, ci sono legittime esigenze di maggioranza e di opposizione, anche di blindatura e di coerenza formale, che non condivido, ma che comprendo che un Governo e una maggioranza possano portare.
Il ragionamento fatto dall’onorevole Boccia – lo dico al sottosegretario Romani – è, però, un ragionamento che regge, perché si propone non di scassare un provvedimento, ma di operare all’interno della stessa missione uno spostamento necessario per il comparto delle radio e delle televisioni locali. Parliamo di imprese che hanno spesso dimensione provinciale e regionale; che hanno bisogno di una certezza di bilancio; che hanno subito, talvolta, dei tagli, anche in momenti diversi (quindi, non è una questione di contrapposizione).
A me pare che si tratti di un emendamento coerente e fattibile. Nelle scorse settimane, sull’editoria, grazie anche a parlamentari del centrodestra (penso agli onorevoli Raisi, Granata e a tanti altri), si è operato con intelligenza in Commissione bilancio e si è arrivati poi ad un provvedimento positivo sui diritti soggettivi. Ero assente ma avrei votato a favore (non mi sarei astenuto, né avrei votato contro), perché si trattava di un passaggio che apriva un percorso positivo.
Credo che un voto favorevole all’emendamento Boccia Tab. 2.16 sia tranquillo e sostenibile, abbia una coerenza nelle poste di bilancio, sia giustificato, non comporti alcun tipo di contrapposizione né di rischio e mi parrebbe la prosecuzione del lavoro positivo delle scorse settimane.
Avremo lo stesso problema con l’editoria nei giorni di domani e dopodomani: è una grande questione, non basta ripristinare un diritto soggettivo ed avere un fondo di bilancio che non c’è! Corriamo il rischio, inconsapevolmente, di rafforzare il duopolio e a me non piace né nella versione Mediaset né in quella RAI: c’è il rischio di qualcosa che si chiuda sempre di più.
Un segnale di questa natura, moderato, che dia un minimo di apertura nella direzione di un percorso che si potrà schiudere non sarebbe una vittoria di parte, ma la prosecuzione di un lavoro che ci ha visto assieme in tante occasioni e con diverse maggioranze. Anche per questo mi permetto non solo di dichiarare il voto favorevole del mio gruppo, ma vorrei che vi fosse un voto favorevole anche da parte dei colleghi del centrodestra, proprio perché ciò corrisponde ad un impegno comune di questi anni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Boccia Tab. 2.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 451
Votanti 445
Astenuti 6
Maggioranza 223
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 246
Risultato della votazione: la Camera respinge.

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