“Tutelare i minori durante la guerra, più attenzione sui social”

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Ci vuole più attenzione alla tutela verso i minori nel racconto della guerra in Ucraina. Ne è convinto il consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. E il suo presidente, Carlo Bartoli, ha criticato la scelta dei media italiani relativa alla pubblicazione della foto di una bambina di nove anni ritratta mentre imbraccia un fucile e gusta un lecca lecca.  Nella sua condanna, Bartoli ha inoltre stigmatizzato l’atteggiamento di fare dei social una fonte di notizie “acriticamente”. Da Bari, dove è intervenuto al premio giornalistico intitolato a Michele Campione, Bartoli ha espresso la sua disapprovazione rispetto all’accaduto.

Bartoli sul tema dei minori, specialmente in relazione alla guerra, ha affermato. “La pubblicazione della foto della bambina ucraina che imbraccia il fucile mentre succhia un lecca lecca è stata utilizzata in maniera massiccia dai media italiani. Questa scelta, prima ancora di violare la Carta di Treviso sulla protezione dei minori, pone serissimi problemi etici ai direttori che hanno deciso di utilizzarla senza valutare gli effetti della pubblicazione di una foto del genere”.

Il presidente del Cnog ha dunque aggiunto. “Se i social media diventano la fonte acriticamente utilizzata per attingere non notizie ma foto costruite, il giornalismo rischia seriamente di smarrire la propria funzione. Occorre chiedersi se abbia senso una scelta del genere in un contesto nel quale morte, dolore e sofferenza travolgono la vita di centinaia di migliaia di persone”.

Carlo Bartoli ha dunque concluso. “La guerra è una tragedia che il giornalismo ha il dovere di raccontare nella sua crudezza. Ma che senso ha raccogliere dai social, che sono fonte in quantità industriale di fake news e disinformazione, immagini costruite come in un set fotografico? Oltretutto senza pensare alle conseguenze che la divulgazione di immagini che coinvolgono i minori possono ingenerare. Il giornalismo deve fare un’attenta riflessione sul tema e lasciare fake news e strumentalizzazione dei minori ai social. L’informazione è un’altra cosa”.

Lo scatto del fotografo ucraino Oleksij Kirichenko ha scatenato, dunque, un autentico putiferio. E non solo in rete. L’immagine, inoltre, non ritrae scene autentiche. La bambina-soldato è, fortunamente, in posa. Si tratta della figlia del fotografo, appunto in posa. Lo scatto è stato fatto pochi giorni prima dell’effettiva invasione della Russia, a Kiev.

Intanto, anche l’esecutivo Cnog ha voluto esprimere le raccomandazioni ai colleghi per raccontare la guerra nel rispetto dei minori. “La guerra in Ucraina, come  tutte le guerre, ha bisogno di essere raccontata, anche negli orrori e le sofferenze di un conflitto terribile nel cuore dell’Europa. Compito dei giornalisti è cercare di essere il più possibile aderenti ai fatti nella consapevolezza dei pesanti limiti sulle fonti di informazioni e sulla stessa agibilità di quanti, con rischio e sacrificio, stanno sul campo per raccontarci quanto accade”.

Ma non è tutto. Le indicazioni del Cnog ai giornali sono chiare. “Alle testate giornalistiche raccomandiamo la massima attenzione per la sicurezza degli inviati considerando l’alta pericolosità  dell’area di conflitto. Raccomandiamo, inoltre, attenzione nell’uso delle immagini di guerra raccogliendo l’appello rivolto dall’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom) che invita tutti i media  alla cautela “al fine di non farne un inutile spettacolo” garantendo sempre il diritto all’informazione ma ricordando il rispetto della dignità delle persone e, in particolare, dei minori”. E infine la conclusione: “La deontologia dei giornalisti è il valore aggiunto che possiamo e dobbiamo offrire al servizio di un’  informazione completa e corretta. Anche nel raccontare gli scenari devastanti della guerra”.

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