Big Tech ha trovato in Trump un alleato fortissimo e sfrontatissimo. Dove non arrivano i miliardi e le lobby, arriva il ciuffo del presidente americano che pur di difendere la Silicon Valley è pronto a tutto, pure a far saltare trattative commerciali in corso. Come quella col Canada. Ottawa, proprio mentre si trovava a negoziare sui dazi, ha provato a introdurre una digital tax incorrendo nell’ira funesta di Trump. Che non solo ha congelato le trattative ma ha pure colto il destro per mandare un messaggio, carico di significati, all’Europa. “Ci è stato appena comunicato che il Canada, un Paese con cui è molto difficile commerciare, incluso il fatto che per anni ha applicato ai nostri agricoltori dazi fino al 400% sui prodotti caseari, ha appena annunciato che introdurrà una Digital Services Tax sulle nostre aziende tecnologiche americane, il che rappresenta un attacco diretto e sfacciato al nostro Paese”. Quindi la staffilata a Bruxelles: “Stanno ovviamente copiando l’Unione Europea, che ha fatto la stessa cosa e con cui siamo attualmente in discussione. In base a questa tassa oltraggiosa, annunciamo la cessazione di tutte le discussioni sul commercio con il Canada, con effetto immediato”. La notizia ha scatenato il caos in Canada e il governo di Mark Carney ha subito fatto dietrofront. Con tante scuse ha cassato la digital tax. E la Casa Bianca, in tutta risposta, ha graziosamente riaperto le trattative con il Paese confinante. A Bruxelles, però, credono ancora di poter resistere e la Commissione ha blindato Dsa e Dma. Fino a quando la Commissione si impunterà contro Big Tech e Trump?