Marco Travaglio
Solidarietà sì, ma fino a un certo punto. Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, “difende” il Gruppo Gedi. E lo fa per tre ragioni che cita alla fine di un lungo editoriale apparso ieri sul suo giornale in cui cita una per una quelle che secondo lui sono state le fake news pubblicate da Repubblica, la Stampa e l’Espresso.
Mette in fila, Travaglio, quelli che per lui sono stati i passi falsi degli organi di informazione legati al gruppo De Benedetti. Cita il caso della presunta intercettazione dell’ex governatore Crocetta contro la sorella del giudice Borsellino (caso che è finito davanti ai giudici civili e penali); cita le accuse lanciate all’ufficiale dei carabinieri Scafarto in merito al caso Consip; elenca le polemiche contro Di Maio, Conte e sul ponte di Genova e il famoso caso della moglie dell’ex ministro Renato Brunetta, “Beatrice Di Maio”, finita arruolata tra i “troll” di Casaleggio.
Ma Travaglio resta solidale. E ne scrive i motivi: “Hanno fatto questo e altro, i giornali del gruppo Gedi (Repubblica-Espresso-Stampa), ma noi siamo solidali con loro per gli attacchi di Di Maio, per tre motivi. 1) Nessun politico deve permettersi di dare pagelle ai giornalisti, tantopiù se sta al vertice del governo. 2) Quando il Fatto subiva trattamenti anche peggiori da Renzi e dai suoi killer, non ci giunse alcuna solidarietà, ma noi non siamo come loro. 3) Finché usciamo tutti in edicola, la gente può notare la differenza”.
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