TRATTATO ACTA: LA COMMISSIONE NEGA SEGRETEZZA MENTRE CONTINUA LA PROTESTA CONTRO IL “BAVAGLIO MONDIALE A INTERNET”

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Non si è fatta attendere la risposta della Commissione Europea all’accusa di segretezza nelle negoziazioni del contestatissimo trattato ACTA. In un lungo documento, nel quale vengono elencati anche i benefici che l’accordo arrecherebbe all’economia mondiale, l’organo comunitario nega di aver tenuto all’oscuro il Parlamento Europeo durante il periodo delle trattative. La Commissione sostiene di aver tenuto 13 consultazioni col Parlamento, tre delle quali alla presenza del Commissario Europeo per il Commercio Karel De Gucht. Inoltre, sempre stando all’opinione della Commissione, il Parlamento ha ricevuto sette versioni provvisorie dell’accordo durante le negoziazioni. Le consultazioni in Parlamento avranno inizio il 27 febbraio, ma nel frattempo imperversano le proteste in tutta Europa. Il portavoce delle invettive è Kader Arif, eurodeputato dimessosi il 26 Gennaio proprio per mandare un monito all’opinione pubblica.
Sabato migliaia di manifestanti, in molti con la maschera del “Dio di Anonymous” Guy Fawkes, hanno sfilato per le città della Germania. Anche i paesi dell’Est, specialmente la Polonia, hanno dimostrato il loro malcontento, cingendo d’assedio i Parlamenti nazionali. In Italia è particolarmente attiva l’associazione Agorà Digitale, che definisce ACTA “un bavaglio mondiale a Internet”.
La definizione dell’associazione non si allontana dalla realtà. La Commissione Europea nega che il trattato dia ai proprietari dei diritti d’autore eccessivi vantaggi verso i consumatori. Eppure, se l’accordo venisse approvato, gli ISP (Internet Service Providers) si trasformerebbero in veri e propri “guardiani della rete”. Questo perchè la legge consentirebbe ai proprietari di apprendere direttamente dai providers i nominativi di chi sta violando i loro diritti, in barba all’autorità giudiziaria. Una simile normativa non sarebbe d’intralcio solo alle libertà dei cittadini, ma anche allo sviluppo delle rete. Ora i software più innovativi vengono progettati in un clima senza restrizioni, ma cosa succederebbe se il trattato ACTA entrasse in vigore con tutte le sue regole a favore del diritto d’autore?
I contro superano di molto i pro nell’opinione pubblica, ma i governi sono determinati ad andare avanti con il loro accordo liberticida. Tra due settimane ne sapremo di più.
Giuseppe Liucci

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