TEMPO DETERMINATO PER GUBITOSI, 366 MILA EURO ALLA TARANTOLA, 66 MILA AI CONSIGLIERI

0
579

Stabilito il “prezzo” della nuova dirigenza. Il dg rinuncia al tempo indeterminato. Il presidente dà l’esempio decurtandosi del 20% lo stipendio. Verro propone che si privilegino le risorse interne. Da affrontare subito la vicenda degli oscuramenti Rai su Sky. L’ultimo cda sarà il 1 agosto.
Doveva essere spending review. E, in effetti, una revisione dei costi c’è stata. Per il dg lo stipendio è rimasto di 650 mila euro: 400 per la parte fissa e 250 per quella variabile. Tuttavia cambia la modalità del contratto. Sarà a tempo determinato. Gubitosi, infatti «non intende restare alla Rai né un giorno in più né uno in meno del suo mandato triennale». Tuttavia il dg si mostra subito operativo: ha stabilito un contatto e-mail con tutti i dipendenti, per eventuali comunicazioni, suggerimenti e idee.
E il presidente, da parte sua, dà il buon esempio. La Tarantola percepirà 300 mila euro per la carca di presidente della Rai e 66 come consigliere (il presidente da parte integrante del cda). Il predecessore Garimberti, tra parte fissa e variabile, si aggirava intorno ai 450 mila euro. Inoltre l’attuale presidente, nel suo precedente incarico percepiva circa 400 mila euro annui. Ora, a Viale Mazzini, la Tarantola percepirà meno soldi, ma avrà sicuramente più lavora da sbrigare, visto le deleghe assegnatele da Monti.
Le decisione sono state tutte accolta all’unanimità dal cda a cui non ha partecipato, perché diretta interessata, la Tarantola. Solo una voce esce fuori dal coro. Si tratta di una parlamentare del Pd, Pina Picierno. «Penso sinceramente che Gubitosi debba dimettersi», ha scritto su Twitter. Se sia per lo stipendio o meno non ci è dato sapere.
Per quanto riguarda i consiglieri, la riduzione dei loro emolumenti è stata già decisa in passato, passando quasi inosservata. C’è da precisare che il compenso dei consiglieri era di 98 mila euro. Ma l’assemblea degli azionisti, in altre parole il governo, lo ha ridotto a tutti di circa un terzo. Ecco che arriviamo a 66 mila euro.
«Ho molto apprezzato il gesto del dg e del Presidente. Sono lieto che abbiano raccolto una sollecitazione mossa non soltanto formalmente da me in seno al cda, ma anche poi da tanti altri rappresentanti del mondo politico e della società civile», ha dichiarato Antonio Verro, consigliere del Pdl. Infatti Verro era stato uno dei più critici (l’unico astenuto in cda) riguardo agli stipendi annunciati della Tarantola e di Gubitosi. Ora il taglio volontario del 20% del compenso del presidente e la scelta del dg di “accontentarsi” di un tempo determinato hanno smorzato le polemiche.
Ma da via dell’Umiltà non si placano del tutto i malumori. Il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti, punta l’indice verso i «numerosissimi dirigenti che beneficiano, in qualche caso, di stipendi per nulla commisurati alle reali responsabilità o capacita». Per questo il pidiellino ha presentato una proposta per limitare gli stipendi dei dirigenti Rai tout court.
E poi c’è una nuovo proposta del sopracitato Verro: privilegiare le risorse interne per le nomine delle tecnostrutture, affidate alla Tarantola e a Gubitosi. Inoltre il ricorso alle assunzioni esterne dovrebbe avvenire solo in casi eccezionale e approvati dal cda. In altre parole che si vada a “pescare” in chi già lavora in Rai, in barba all’auspicabile rinnovamento.
Ora si entra nel vivo dei lavori. Da affrontare subito (per sollecitazione diretta del consigliere Udc, Rodolfo De Laurentiis) la situazione degli oscuramenti Rai su Sky. La faccenda è finita in tribunale. E il Tar sembra dar torto alla decisione dell’ex dg Mauro Masi.
E poi c’è la crisi pubblicitaria, con la Sipra che presenta dati preoccupanti (-25% solo nel primo trimestre del 2012). Per fine anno è ipotizzabile un mancato introito di oltre 100 milioni di euro. Il tutto con un indebitamento pregresso sui 300 milioni.
La Tarantola, di concerto con Grilli, ministro del Tesoro, ha già abbozzato un piano in 4 fasi: favorire i prepensionamenti ed evitare ulteriori ingaggi a chi è già in pensione (interessante notare cosa si farà col pensionato, nonché direttore del Tg1, Alberto Maccari); cessione degli asset negativi di Rai Way (si tratterebbe di torri e piloni e non delle frequenze che veicolano); cessione del patrimonio immobiliare; riduzione del perimetro aziendale con riduzione dei 14 canali a 6-8; recupero del canone che, se tutti lo pagassero, darebbe subito 500 milioni in più alla Rai.
Per le nomine che contano c’è tempo. Se ne parlerà dopo l’estate quando il cda si riunirà per 2 volte a settimana, anziché una. L’ultimo incontro, prima delle ferie, è previsto per il 1 agosto. Si deciderà subito qualcosa di grosso?

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome