TELECOM CHIEDE L’AUMENTO DELLE TARIFFE AGLI ALTRI GESTORI, E ANCHE DEL CANONE

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Telecom Italia presenterà lunedì prossimo all’Autorità per le Comunicazioni, una richiesta di aumento del costo dell’interconnessione tramite l’unbundling. Si tratta del sistema con cui gli altri operatori si interconnettono con la rete Telecom affittandone una parte per dare i servizi alla propria clientela.
Attualmente il costo pagato dagli altri operatori a Telecom per un ‘full’ unbundling è di 7,64 euro al mese, uno dei più bassi d’Europa come non ha mancato di lamentare in diverse occasioni la società. La richiesta di Telecom dovrebbe essere di un incremento di poco superiore ad un euro al mese.
Il problema e’ che questa operazione sul listino dell’unbundling porterà come conseguenza un incremento, probabilmente di pari importo, sul canone mensile dell’utenza residenziale. Questo per una questione legata alla replicabilità dell’offerta Telecom da parte degli altri operatori, per non dare vantaggi competitivi al principale operatore delle tlc. In sostanza a Telecom non interessava aumentare il canone ma solo il costo dell’unbundling, e la prima manovra e’ un passaggio conseguente ma non richiesto da Telecom.
Come ha spiegato Stefano Mannoni, Commissario Agcom, ‘ad un aumento del canone di unbundling non deve esserci un effetto di squeeze price’, facendo dunque intendere che, se riconosciuto, Telecom Italia dovrà aumentare anche i listini del canone abbonati.
Lunedì Telecom presenterà la sua proposta all’Agcom e questa avvierà le procedure di verifica. Contemporaneamente dovrebbe essere formalizzata la richiesta di adeguamento del canone. Se la richiesta di aumento di Telecom otterrà il via libera, i nuovi prezzi potrebbero entrare in vigore con l’inizio del nuovo anno.
Telecom ha però deciso di alleviare le conseguenze dell’ operazione sulla clientela residenziale. L’aumento del canone non colpirà le fasce più deboli della popolazione. In sostanza tutti gli utenti che rientreranno nell’ operazione del governo con la ‘social card’ (circa un milione secondo le ultime stime) non subiranno aumenti del canone, anzi sono allo studio da parte dell’azienda interventi per diminuire l’attuale costo di 12,4 euro al mese (Iva esclusa). Se si considerano che nella telefonia fissa Telecom detiene una quota di mercato superiore al 70% e’ evidente, però, che se l’Agcom accetterà la proposta, l’aumento ricadrà su quasi tutti gli utenti. Senza considerare che questa mossa, porterà a ridefinire anche gli operatori alternativi ad aumentare i costi ai propri clienti.
Per Vodafone, principale concorrente di Telecom, non ci sono i margini per un aumento dei costi dell’ unbundling come invece si appresta a chiedere Telecom Italia all’ Autorità per le Comunicazioni.
“Non condividiamo la richiesta di aumento di Telecom del canone di ingresso per l’unbundling – ha affermato l’ad di Vodafone Italia Paolo Bertoluzzo – perchè ridurrebbe fortemente la competizione. Non credo che ci siano i margini per trasferire questo aumento sul mercato finale”.
Vincenza Petta

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