Editoria

Tagli all’editoria, la “replica” (benaltrista) del M5S alle ragioni della stampa italiana

Non s’è fatta attendere la “reazione” del Movimento Cinque Stelle alla manifestazione di editori e giornalisti che, nella mattinata di ieri, si sono riuniti in piazza Montecitorio per protestare contro i tagli all’editoria. Un post apparso nel pomeriggio di ieri sul “Blog delle Stelle”, a firma di Primo di Nicola, spunta le armi del “benaltrismo” e lancia accuse contro i giornali italiani.

La verità è che il pluralismo e il diritto alla corretta informazione dei cittadini sono in Italia minati in radice da ben altre nefandezze. Come l’invadenza della politica nel mondo dei giornali e delle televisioni. E la presa mortale negli assetti proprietari delle testate da parte di gruppi economico-finanziari che tutto hanno a cuore meno quello di fare giornali autenticamente indipendenti, al servizio dei lettori e dei cittadini”.

E quindi: “La presa mortale di quei finanzieri, costruttori, padroni della sanità privata che da decenni vanno teorizzando che in Italia è impossibile fare imprenditoria se non si possiede un giornale. Per mettere sotto scacco la politica e il Parlamento, naturalmente, per condizionare gli eletti e magari mungere a loro piacere dal pubblico ogni sorta di appalto, sovvenzione e contributo per le loro altre intraprese di privati prenditori. Ma questo, sindacato e Ordine dei giornalisti non lo dicono”.

E non lo dicono, forse forse, perché i tagli sfronderanno i giornali editi da cooperative di giornalisti, da piccole realtà editoriali che sono ben lontane dall’essere di proprietà, o strumento, o pedine e marionette di grossi gruppi economici.

Ma far confusione, cingendo tutta l’erba in un sol fascio, è, ovviamente, corollario retorico inevitabile al benaltrismo pentastellato:  “Nonostante il tema dei conflitti di interesse  che devastano e screditano i giornali sia per la nostra democrazia una patologia contro la quale cittadini e lettori reclamano da anni un intervento risolutore, magari limitando negli azionariati il peso dei soggetti economici che giornali e tv usano solo come mezzo di pressione”. Si legge ancora, ignorando del tutto la natura imprenditoriale e giuridica delle realtà che, invece, saranno travolte dai provvedimenti voluti dal M5S con la complicità accidiosa della Lega di Salvini, lontana dalle realtà di quei territori che pure ha asserito di voler difendere.

Insomma, per colpire i “giornaloni” e far dispetto a Fnsi e Ordine dei Giornalisti – i veri destinatari dell’attacco, almeno formalmente – faranno chiudere giornali locali, riviste e periodici confessionali o espressione di minoranze linguistiche.

Redazione CCE

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