Tagli al fondo pluralismo Rai, insorge la politica

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Muro contro Fuortes, il taglio al fondo Rai per il pluralismo ha sollevato un vespaio di polemiche. Le dichiarazioni dell’amministratore delegato Carlo Fuortes non sono piaciute alla politica. Che, raccogliendo la chiamata degli editori Fieg, ha criticato l’iniziativa annunciata dall’ad in audizione. Dura la posizione di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Che hanno chiesto di non mettere in discussione il fondo per il pluralismo e proposto a Fuortes di rivedere le sue intenzioni sulla Rai.

Il futuro del fondo pluralismo della Rai

Maurizio Gasparri, senatore e commissario di vigilanza Rai per Forza Italia,ha affermato. “Non abbiamo ancora capito quali siano le intenzioni rispetto al prodotto e all’organizzazione dell’azienda del nuovo amministratore delegato della Rai Fuortes. In queste ore ha svolto una lunga audizione in Commissione parlamentare di Vigilanza incentrata solo su una richiesta di mezzi economici. Ma vorremmo sapere sui contenuti in quale direzione intende far procedere l’attivita’ del servizio pubblico radiotelevisivo. La richiesta di fondi tra l’altro ha giustamente suscitato una reazione del mondo dell’editoria. La Rai vorrebbe appropriarsi di mezzi e risorse che sono destinati alla tutela del pluralismo. E bene ha fatto il presidente della Fieg Riffeser a reagire duramente”.

“Urgente una nuova audizione di Fuortes”

Dunque l’ex ministro delle Comunicazioni ha incalzato. “La Rai deve utilizzare le risorse che ha e chiedere al governo interventi limitati riguardanti il canone. Che però non prevedano aumenti a carico dei cittadini e che non prevedano il taglio delle risorse dedicate al pluralismo. E proprio sul pluralismo, per quanto riguarda le attività della Rai, non abbiamo avuto nessuna assicurazione. Anzi l’amministratore delegato ha confermato di voler accentrare poteri che dovrebbero essere delegati a uno o due direttori generali. Credo che sia urgente una ulteriore audizione dell’amministratore delegato della Rai, che ho già chiesto al presidente Barachini”.

“L’editore della Rai è il parlamento, non il governo”

Infine Gasparri ha affermato. “Nei prossimi giorni ribadiremo che l’editore del servizio pubblico radiotelevisivo e’ il Parlamento, come hanno affermato numerose sentenze della Corte Costituzionale, non il governo. Forse a viale Mazzini qualcuno deve ancora approfondire il tema. La Commissione di Vigilanza e’ lì per questo. Per affermare i principi della democrazia, della tutela del pluralismo e del rispetto da parte del servizio pubblico Rai del Parlamento. La Rai non è una succursale del governo”. Nemmeno a Fratelli d’Italia sono andate giù le dichiarazioni dell’ad Fuortes.

Insorge anche Fratelli d’Italia

Il deputato Federico Mollicone ha detto. “Siamo stati i primi a denunciare, dopo la frase incredibile “trovino altre risorse”, la volontà di tagliare le risorse al sistema editoriale eliminando la quota del canone assegnata annualmente al Fondo per l’editoria, risorse volte a sostenere il pluralismo informativo. Ci associamo all’appello della Fieg per il sostegno all’industria editoriale e porteremo avanti atti in ogni sede. Ci preoccupa la reale capacità gestionale di Fuortes che, ad oggi, è stato solo a capo di istituzioni culturali con poche centinaia di dipendenti. La Rai è la principale aziende culturale nazionale, va tutelata e difesa ma non a scapito di altri comparti strategici nazionali come l’editoria cartacea e radiotelevisiva”.

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