STEVE JOBS: DALLA “APPLE LISA” AL MACINTOSH E ALL’IPAD, LE INVENZIONI CHE HANNO RIVOLUZIONATO IL MODO DI CONCEPIRE L’ERA DIGITALE

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Ieri a Palo Alto non è scomparsa solo l’icona della Apple. Con la morte di Steve Jobs si chiude anche un capitolo straordinario della storia della tecnologia, fatto di ambizioni, creatività e coraggio di osare.
Era il 1976 quando l’appena ventunenne Jobs con l’amico Steve Wozniak fondava quello che di lì a poco sarebbe divenuto l’impero di Cupertino, la Apple Computer. Con il suo primo prodotto Apple II, la start up consegue il suo primo milione e grazie al successo riscosso dalle versioni successive, conquista anche il paradiso della finanza, Wall Street.
Ma per comprendere l’iter in ascesa di un colosso dell’innovazione bisogna partire dal principio ispiratore dell’azienda, quello che ne contraddistingue le invenzioni ed in primis la “vision”: “Cambiare il mondo migliorando le potenzialità degli individui attraverso la tecnologia”.
La valorizzazione del singolo è riferita non solo ai clienti ma soprattutto all’organizzazione del team di lavoro sempre incoraggiato ad andare oltre le proprie possibilità, superando le gerarchie e sentendosi parte di una mission. E’ così che guidati dal loro guru, gli ingegneri della Mela giunsero al legittimo successore della Apple, Lisa, fino al cambio di direzione avvenuto nel 1981, con l’avvento dell’opera d’arte da 3.500 dollari al pezzo, vale a dire il Macintosh, il vero capostipite dei personal computer. Non importa se una leggenda vuole che la creatura, frutto dell’estro di Jobs, fosse in realtà figlia dello Xerox Alto, il pc allo stadio embrionale dell’omonima Corporation di Palo Alto dedicata all’innovazione. La “spavalderia” del fondatore della Apple si palesò anche in quell’incontro con l’ingegnere della Xerox, Larry Tesler, che dallo schermo del suo personal computer con l’ausilio di un “mouse” (all’epoca esistevano solo le tastiere) apriva e chiudeva delle “finestre” (è il sistema Wimp fondato su finestre, icone, mouse e freccina) spostandosi rapidamente da una funzione all’altra, scrivendo comodamente con un programma di videoscrittura e scambiandosi e-mail con i suoi colleghi del Parc attraverso la prima rete ethernet che la storia ricordi. Quella dimostrazione per Jobs fu “La” rivelazione che ne indirizzò l’energia creativa, divenendo il manager capo della linea Macintosh, ruolo che coincideva con il primo dei suoi numerosi successi personali.
Il cambio dei vertici aziendali con il nuovo Ad della società, John Sculley, offrirà nuove occasioni a Jobs stavolta però fuori dalla Apple. Tagliato fuori dall’azienda, fonderà la NeXT, una nuova sede dove creare computer di alto livello per applicazioni professionali, come i lettori ottici e cd-Rom quando ancora c’erano i floppy disk da 5 pollici. Ma i tempi non sono ancora maturi per il mercato così l’azienda viene rilevata dalla Apple nel 1996 per 430milioni di dollari, e fu anche l’anno del rientro di Jobs all’ovile. Con lui si inaugura il nuovo corso della Mela attraverso una mission ancora più temeraria, quella di aprire le porte della Apple al pubblico di massa. E così dal Newton (l’antesignano dell’iphone) dritti al 1999, l’anno degli iMac colorati, quando il design si sposò con l’alta tecnologia e con il marketing.
Gli albori del nuovo millennio (siamo nel 2003) si aprono poi con il prodotto destinato a rivoluzionare l’universo discografico e a compiere una vera e propria selezione naturale per coloro che non terranno il passo: l’iPod ed iTunes (il negozio virtuale con miliardi di canzoni pronte per il download) conquistano il mondo. Almeno fino al 2007 quando fu la volta dell’iPhone a rubare la scena, sancendo l’ingresso dell’azienda nel mondo della telefonia mobile. Da allora la sperimentazione non cessò di osare con l’interfaccia multitouch del sistema operativo iOS che farà arrossire anche i competitors più aggressivi. Milioni di pezzi venduti già nel primo anno eppure il team di Cupertino non intende accontentarsi. E’ il 27 gennaio 2010, Jobs nonostante i propri evidenti problemi di salute, sale sul palco del suo ultimo Keynote e presenta al mondo intero l’iPad. Il dispositivo che darà una svolta al futuro corso dell’innovazione ed al culto di una vera e propria religione. Un mito che però da ieri ha perso uno dei suoi capi più carismatici.
Manuela Avino

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