Con l’uscita di scena di Silvio Berlusconi, «è lecito pensare che cambieranno soprattutto le condizioni del mercato pubblicitario, in particolare in termini di ripartizione delle quote della raccolta. Non è possibile mantenere un sistema come l’attuale, in cui Mediaset con poco più del 30% di share detiene quasi il 63% della torta pubblicitaria televisiva». Lo ha spiegato in una intervista rilasciata a Milano Finanza, Giovanni Stella, a.d. di T.I. Media, aggiungendo che «mi auguro che verranno presi accorgimenti nei meccanismi di rilevazione degli ascolti in modo da poter meglio regolare il flusso degli investimenti, al fine di rendere più libero e moderno il settore. Nessuno dovrà più godere di vantaggi economici già in partenza. Il nostro è un mercato da sempre considerato appetibile dai broadcaster esteri. E’ strano che finora nessuno operatore straniero, tranne Sky Italia, sia riuscito a entrarci e ad avere successo. Operiamo sin dalla partenza in un mercato, come dire, problematico». Questo perché c’è poca attenzione alle novità come il digitale e il web e agli impatti sugli ascolti e sugli spot e «comunque il sistema di rilevazione dell’Auditel, è vecchio. Credo sia arrivato il momento di sollevare la questione» (MF-DJ)
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