STAMPA ALL’ESTERO: GENTE D’ITALIA SU INTERROGAZIONE LEGA

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L’editore e direttore di “Gente d’Italia”, quotidiano italiano delle Americhe, interviene con una nota in seguito ad un’interrogazione parlamentare presentata dal senatore della Lega, Sergio Divina, sui contributi ricevuti in passato dal giornale. “Il senatore Divina – si legge nella nota del direttore Mimmo Porpiglia – facendo propria una email del Comites di Miami deve essere stato tratto in inganno da informazioni prive di fondamento”. Porpiglia ricorda che “cinque consiglieri, insieme con il presidente del Comites di Miami sono imputati davanti al gip Luciano Imperiali del Tribunale di Roma (l’udienza è fissata il 15 aprile) per abuso d’ufficio e falso ideologico proprio in relazione alle false affermazioni sul nostro giornale”. In particolare, nell’interrogazione si fa riferimento al fatto che “per il 2006, grazie al sostegno dell’ex Ministro on. Mario Baccini, sono stati assegnati 575.395 euro al quotidiano Gente d’Italia” e si aggiunge che “Gente d’Italia verrebbe finanziato e premiato perché stampato e distribuito in migliaia di copie in varie parti del mondo, migliaia di copie che, secondo il sito ufficiale del Ministero degli affari esteri, verrebbero distribuite come inserto anche del “New York Times”. Il senatore Divina precisa che “il “New York Times” non ha mai confermato tale rapporto” e che “il Comitato degli italiani residenti all’estero (Comites) di Miami, ente preposto a esprimere un parere su questo tipo di operazioni, ha espresso parere sfavorevole al finanziamento volto alla pubblicazione della testata giornalistica in oggetto; tale parere è basato anche sul fatto che il giornale pare che non sia distribuito secondo quanto disposto”. Nell’atto parlamentare è inoltre riportato che “l’editore, Mimmo Porpiglia, esperto nella raccolta dei finanziamenti pubblici (pare che a1bbia ricevuto contributi anche dal Ministero dell’interno e da Alitalia), ha ricevuto una denuncia per falso in atto pubblico da parte del Comites di Miami, città che ospita la sede ufficiale dell’editore”. L’interrogazione conclude chiedendo “se e quali atti il Ministro in indirizzo intenda adottare affinché risorse economiche pubbliche che fino a questo momento sono state destinate ad un certo tipo di editoria possano invece essere recuperate, riconvertite e impiegate per finanziare azioni dirette al sostegno delle famiglie italiane bisognose residenti all’estero”.
All’iniziativa dell’esponente della Lega ha replicato anche il presidente della Federazione Italiana Liberi Editori, Enzo Ghionni, in una lettera indirizzata al direttore ed editore di Gente d’Italia. “Gli attacchi che il Suo giornale subisce hanno un obiettivo inaccettabile per una democrazia: la chiusura di un giornale. Esprimo, inoltre, la mia perplessità per le modalità con cui questi attacchi vengono mossi: ossia ricorrendo al sito internet di un’istituzione, quale è il Comites di Miami ed a dossier, a quanto pare, anonimi”. Da parte sua, il direttore Porpiglia, ha replicato dalle pagine dello stesso quotidiano all’interrogazione del senatore della Lega. “Il quotidiano La Gente d’Italia – scrive l’editore-direttore – non viene né finanziato né premiato ma percepisce, come altre centinaia di giornali, in Italia ed all’estero i contributi all’editoria previsti da una legge: come il giornale della Lega, la Padania”. A questo proposito Porpiglia aggiunge che “visto che è una legge dello Stato la prima perplessità nasce dall’affermazione che il giornale prenderebbe i contributi grazie al sostegno del parlamentare Mario Baccini”. Per quanto riguarda poi gli altri finanziamenti di cui avrebbe beneficiato, il direttore di Gente d’Italia ricorda che “il Ministero dell’interno non ha mai finanziato né me, né la mia famiglia, né una mia società. Si è, invece, dovuto occupare della tutela della mia persona e della mia famiglia quando, oltre venti anni fa, ero capo della redazione giudiziaria del Mattino (allora unico giornale in Campania) e fui minacciato di morte dalla mafia e dalla camorra ( alcuni pentiti riferirono ai magistrati che era stata emessa la mia condanna a morte…). Io però non scrissi un libro e scappai”. “Leggo sempre nella sua interrogazione – prosegue Porpiglia – che io distribuirei migliaia di copie in tutta la Florida. Purtroppo non è così. Infatti in Florida tiravo e distribuivo 3.000 copie. Mi sembra onestamente un pò difficile con una tale tiratura coprire tutta la Florida… Il giornale a seguito delle tensioni con il Comites di Miami, ben supportato dal Console, non viene più stampato in Florida. Anche a New York – ricorda il direttore – ho stampato nell’anno 2007 solo 3.000 copie al giorno distribuite non in abbinamento con il New York Times, come erroneamente e maliziosamente denuncia il Comites di Miami ma utilizzando la società di distribuzione del New York Times come appare giustamente nel sito del Ministero degli Esteri”.
Per ciò che concerne poi la “presenza” di Gente d’Italia sul territorio delle Americhe nell’ambito della valorizzazione della storia e della cultura italiana, Mimmo Porpiglia cita un episodio: “nel 2003 appresi che nel disastro di Monongah (in West Virginia) erano morti oltre cinquecento emigrati italiani. Condannati al silenzio. Ne feci un caso partendo dal mio piccolo giornale, portando la notizia in Italia e in Usa. A Monongah nel 2004 è venuto il Presidente Ciampi, e poi i rappresentanti del governo a ricordare le tragedie legate all’emigrazione italiana di inizio ‘900. E sempre e solo per la cronaca Le ricordo che il mio giornale ha ricevuto anche il Premio Ilica per la diffusione della lingua e la cultura italiana nel mondo. Questo è il giornale fantasma”, osserva Porpiglia. In riferimento ai contributi ricevuti, l’editore sottolinea “gli importi che percepiscono le altre testate edite all’estero riportati dal sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri: America Oggi (si stampa e viene diffuso a New York): Euro 2.582.284; Il Corriere Canadese (si stampa e viene diffuso a Toronto): Euro 2.829.158; Il Globo (si stampa e viene diffuso in Australia): Euro 2.582.284”. A questo proposito aggiunge che Gente d’Italia viene stampato e diffuso “anche in Uruguay dove esiste una comunità italiana di oltre 90mila iscritti all’anagrafe consolare (quanta tutta l’anagrafe consolare di New York tanto per spiegarci)”. In questo Paese la stampa e la diffusione, precisa Porpiglia, avviene “con il secondo per importanza quotidiano del Paese, Ultimas Noticias, e il Comites locale unitamente con il Consolato di Montevideo hanno dichiarato che “il giornale Gente d’Italia è quotidianamente diffuso in Uruguay con particolare presenza nella città di Montevideo per l’anno 2007, e ha veicolato in tutta l’area di diffusione l’informazione italiana con firme di grande prestigio ed una puntuale e precisa rassegna degli avvenimenti italiani favorendo la diffusione della lingua e della cultura italiana nell’interesse della comunità italiana in Uruguay”.
Infine Porpiglia evidenzia che nei confronti di sei degli otto componenti del Comites di Miami, tra i quali il presidente Cesare Sassi, per aver dichiarato, in pareri inviati al ministero degli Esteri, che il quotidiano Gente d’Italia non viene stampato e diffuso adeguatamente, la procura della Repubblica di Roma “ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e falso di Cesare Sassi, Luciana Saliani, Maurizio Paglialonga, Edoardo Ribetti e Ilaria Belloni. Non è stato infatti il Comites a denunciare il sottoscritto – scrive Porpiglia – per falso in atto pubblico, ma al contrario, è la Procura della Repubblica di Roma, ( Pm Bombardieri ) su mia denuncia, che dopo accurate indagini ha chiesto il rinvio a giudizio” “Nell’ipotesi in cui Lei ritenga che i contributi pubblici per l’editoria all’estero vadano abrogati – conclude Mimmo Porpiglia rivolgendosi al senatore Divina – destinando le risorse agli emigrati in difficoltà, supporterò la Sua battaglia e mi adopererò perché vengano abrogati anche i contributi pubblici per i giornali editi in Italia, visto il momento difficile in cui versa il nostro Paese. Io farò un giornale senza contributi, perdendo circa 500.000 euro all’anno. Gli altri, mi sembra, perderanno qualcosa in più”.
(com/ror)

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