Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 84/E/2009, che illustra il corretto trattamento fiscale da riservare – ai fini IRES – all’IVA non detratta relativa a prestazioni alberghiere e di ristorazione, alla luce delle modifiche normative introdotte dal D.L. n. 112/2008.
In particolare, l’Agenzia delle Entrate conferma l’indicazione, già fornita con la circolare n. 6/E/2009, secondo la quale l’IVA detraibile non può costituire un costo ai fini della determinazione del reddito. Ciò sia nel caso in cui il contribuente disponga della fattura relativa al servizio ricevuto (e scelga di non detrarre l’imposta), sia nel caso in cui il contribuente abbia deciso di non richiedere l’emissione della fattura e riceva, quindi, dall’albergatore/ristoratore un documento diverso dalla fattura, non recante specifica indicazione dell’imposta gravante sul corrispettivo pagato per la prestazione stessa.
Il principio affermato nella citata circolare n. 6/E/2009 (secondo cui «la mancata richiesta della fattura non può avere riflessi ai fini della determinazione del reddito atteso che in tale ipotesi l’indetraibilità dell’IVA non deriverebbe da cause oggettive che precludono l’esercizio del relativo diritto, bensì da una valutazione discrezionale del contribuente») deve essere applicato:
in sede di determinazione dell’IRES dovuta;
all’atto della quantificazione del reddito imponibile ai fini IRAP.Pertanto, conclude l’Agenzia delle Entrate, la deduzione dalla base imponibile IRES e dalla base imponibile IRAP dell’IVA compresa nel costo sostenuto per le prestazioni alberghiere e di ristorazione è preclusa:
sia al contribuente che, essendo in possesso di fattura relativa a tali prestazioni, abbia scelto di non detrarre l’IVA;
sia al contribuente che disponga di un documento, relativo alle stesse prestazioni, in cui non è evidenziata l’IVA.
(Risoluzione Agenzia delle Entrate 31/03/2009, n. 84/E)
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