Dopo la scelta di prorogare fino alla fine di aprile prossimo lo scudo anti-commissariamento dell’Inpgi, arriva la replica piccatissima da parte dei gruppi di Sos Inpgi e Stampa Libera e Indipendente che intimano lo stop alla trattativa ai dirigenti dell’ente di previdenza e denunciano: “Moralmente inaccettabile unificazione di Inpgi 1 e 2”.
La posizione della cosiddetta minoranza in seno al Cda Inpgi è netta e non ammette fraintendimenti. Carlo Parisi, Elena Polidori e Daniela Stigliano, insieme ai colleghi Inpgi 2 Ezio Ercole e Orazio Raffa, hanno tuonato: “Sei mesi di scudo anti-commissariamento in cambio di una nuova riforma delle pensioni dei giornalisti. L’emendamento partorito dal governo per l’Inpgi non risolve nulla e aggrava anzi la situazione dell’Ente previdenziale”.
Dunque i consiglieri mettono in luce quelle che ritengono inaccettabili incongruenze emerse dal tavolo: “Il governo concede un intervento con soldi dello Stato che riconosce il ruolo pubblico dell’Inpgi, ma chiede ‘ulteriori misure necessarie per il riequilibrio della gestione sostitutiva’ sapendo benissimo che nessun intervento è in grado di riportare in attivo i bilanci dell’INPGI 1, che si avvia a chiudere il 2020 con un rosso di oltre 250 milioni di euro”.
Quindi Sos Inpgi e Stampa Libera e Indipendente premono sul punto dolentissimo della questione. I precari, riuniti nell’Inpgi 2 a cui è stato letteralmente impedito anche solo immaginare un giorno di poter accedere a un contratto stabile, dovranno – coi loro contributi – sanare i debiti dei “colleghi” privilegiati: “Tantomeno l’unificazione delle due gestioni Inpgi 1 e Inpgi 2, per noi moralmente inaccettabile se finalizzata esclusivamente ad erodere il patrimonio dei colleghi più deboli per far fronte al pagamento delle pensioni della gestione principale. Diffidiamo dunque i vertici dell’Inpgi a impegnarsi al tavolo di confronto con il governo, che riprende oggi, ad attuare qualsiasi misura senza un preventivo confronto nel Consiglio di amministrazione, che non ha mai approfondito alcun intervento né tantomeno ha preso decisioni in merito, e chiediamo la convocazione di un Consiglio generale”.
E quindi; “Per questo sosteniamo l’appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lanciato dall’Ordine dei giornalisti, per una garanzia pubblica per l’Inpgi”.
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