Il regolamento sull’editoria “mette a repentaglio” la libertà di stampa ed il governo intende approvarlo “in modo autonomo e del tutto discrezionale”, privando il Parlamento del suo ruolo di “garanzia” dell’art.21 della Costituzione sul pluralismo dell’informazione. In questi termini il capogruppo del Pd alla Camera chiede in una lettera al presidente di Montecitorio Gianfranco Fini “di garantire le prerogative del Parlamento” e chiede al governo di riferire sulle misure e di “astenersi dall’adottare qualsiasi provvedimento prima di aver ascoltato” le Camere. Soro critica duramente il regolamento della presidenza del consiglio per riformare il sistema dei contributi all’editoria, che “condanna alla chiusura la più gran parte dei piccoli giornali, le voci più deboli del mercato, le espressioni più dirette del giornalismo di opinione”. Il Pd, esprimendo solidarietà ai giornali a rischio, conferma “il proprio sostegno attivo alle azioni ed iniziative dirette a ripristinare le condizioni per un autentico pluralismo dell’informazione”. Oltre a criticare il merito del regolamento, il Pd critica il metodo seguito dal governo. “In tutta la storia della Repubblica – scrive Soro a Fini – il pluralismo dell’informazione ha trovato le proprie garanzie nella maestà della legge e dunque nel controllo del Parlamento”. Ed invece il governo intende ora “attribuirsi in modo autonomo e del tutto discrezionale il potere di decidere della vita e della morte delle diverse voci del giornalismo italiano e di condizionare, se non di impedire, per questa via, il libero e democratico confronto delle idee”.
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