Sky-Siae, la magistratura interviene nella disputa

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La disputa tra Sky e la Siae si alza di tono. La Procura di Roma ha avviato un’indagine nei confronti di Andrea Zappia, amministratore delegato della tv a pagamento. L’accusa è quella di mancato versamento dei diritti d’autore alla società che si occupa della protezione e della intermediazione degli stessi in Italia. La stessa Siae ha accusato SKY di non aver sottoscritto varie licenze. Ricapitoliamo le tappe principali dell’intricata vicenda.
La querelle si trascina dall’ultima edizione di X-Factor, popolare talent show in onda sui canali di Murdoch. Al termine dell’edizione, come al solito un successo di pubblico, Sky ha deciso di non pagare i diritti d’autore alla Siae. La società si è pubblicamente ritenuta sdegnata per tale comportamento in un comunicato stampa.
In seguito Sky ha spiegato la propria scelta, sottolineando in prima battuta di avere a cuore lo sviluppo dell’industria culturale italiana e la sua internazionalizzazione. Ha poi aggiunto di non vedere di buon occhio il monopolio di Siae nella gestione e intermediazione dei diritti d’autore, poiché inviso ad un andamento libero e concorrenziale del mercato. Nella sua comunicazione la televisione a pagamento ha citato la direttiva Barnier. Tale atto europeo regolamenta il diritto d’autore, sottolineando che i creativi possono affidare la tutela dei propri diritti alla societa’ che preferiscono all’interno dell’Unione Europea. La norma rafforza e migliora in generale la governance e la trasparenza delle societa’ di gestione collettiva dando ai titolari dei diritti la possibilita’ d’essere anche piu’ coinvolti nel processo decisionale. Come puntualizzato da Giovanni Pitruzzella, la direttiva Barnier non impone il pluralismo, ma lo presuppone.
La risposta di Siae non si è fatta attendere: la società ha detto di non aver ostacolato l’apertura del mercato e ha esortato Sky a pagare gli autori, con riferimento a quanto fatto dal corrispondente tedesco nei confronti di artisti e editori. Gli stessi autori hanno dato manforte alla Siae, con un appello pubblicato su tutti i quotidiani principali avente la dicitura “Giù le mani dal diritto d’autore”. Nei confronti della Siae pende da circa un anno un’istruttoria dell’Antitrust. La società teme che Sky stia utilizzando questa indagine per giustificare le proprie inadempienze nei pagamenti. L’istruttoria del Garante riguarda il supposto esercizio di pressioni da parte della Siae per dissuadere gli autori dal conferire mandato ad altre società. Il riferimento è soprattutto a Soundreef, un operatore indipendente che ha iniziato a operare in Italia dal 2014 e in questo periodo ha già convinto autori blasonati a lasciare Siae. Secondo l’Autorità i comportamenti di Siae sono suscettibili di configurare un abuso di posizione dominante volto ad escludere gli operatori nuovi entranti dal complesso dei mercati della gestione e dell’intermediazione del diritto d’autore.

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